A Torino lo svedese sembrava smarrito, in Premier è rinato. Anche grazie alle scelte del nuovo allenatore
Ricordate Kulusevski, lo svedesino con l’espressione sempre un po’ stupita che fino a gennaio giocava (poco) nella Juve? Sì, quello che il club bianconero ha pagato 35 milioni – più 9 di bonus – all’Atalanta, e che a Torino in diciotto mesi non è mai stato impiegato con continuità, né da Pirlo né (soprattutto) da Allegri, tanto che a gennaio è stato scaricato al Tottenham. Quando se n’è andato, assieme a Bentancur, c’è chi ha brindato. Sia perché ha portato 40 milioni nelle stressate casse della Juve, sia perché da quelle parti si erano tutti convinti che non sarebbe mai diventato un campione. Poi è finito nelle mani di Conte.
fiducia e ruolo
—Conte gli ha dato fiducia: io ci credo, fai vedere chi sei. E gli ha dato anche un ruolo, un bene di cui nella Juve non aveva mai goduto: una volta esterno e una interno; una volta trequartista e una…