Pogba e Torino, storia di cuore tra gol, kebab e orologi

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Paul lo ha sempre detto: “Qui è casa mia”. Torna, ma mancano Raiola e l’amico Bryan

Il regalo di addio ai compagni, nel 2016, fu un orologio. La dedica inconscia si può scrivere ora: non vedo l’ora di tornare. Ogni uomo ha una città in cui è diventato grande, in cui è stato felice e, per Paul Pogba, quella città è Torino. Lo ha anche detto: “Alla Juve sono diventato uomo e calciatore. Torino è il posto in cui ho imparato di più”. A Manchester, in fondo, è stato infelice due volte, la prima perché con Ferguson aveva poco spazio, la seconda perché negli ultimi tre anni ha avuto tanto spazio, tanti soldi, ma nessuna magia. PP invece su Torino è sempre stato chiaro: “Torino è casa mia”, ha detto anche dopo essersene andato. Quando è tornato in città con la nazionale francese, ha celebrato il ritorno con una foto piena di cuori direttamente dalla pista di Caselle. In fondo, quando è atterrato in Piemonte per la prima volta, era solo un ragazzo.

NUMERO 106

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