Dalla Cremonese allo scudetto blucerchiato, dalla Champions bianconera all’azzurro, fino alla lunga partita con la malattia: un simbolo del nostro calcio che vive ancora attraverso l’esempio
In questi casi si dice sempre: è venuto a mancare dopo aver lottato contro una lunga malattia. Gianluca Vialli non ha lottato contro la malattia, l’ha ospitata con eleganza. Lo ha spiegato: “Sarei un folle a combattere un nemico troppo più forte di me. Viaggiamo insieme, lo tengo a bordo, nella speranza che si stufi e scenda”. Per cinque anni Vialli ha giocato a scacchi con la Morte, come nel Settimo Sigillo di Bergman, per guadagnare tempo, ben sapendo che un tumore al pancreas è uno scacco matto scritto. In questi cinque anni, invece di maledire il destino baro e abbandonarsi alla disperazione, ha costruito il suo capolavoro di uomo: è stato di conforto alla famiglia, ha trasmesso ai malati l’esempio di una dignitosa resistenza, ha ispirato…