Rrahmani e il metodo Spalletti che valorizza tutti. A modo mio, di Marco Bucciantini

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Il centrale kosovaro, recuperato dopo il buio dell’era Gattuso, sembra un altro. Perché il Napoli non è solo Kvara e Osimhen, è anche un metodo che prende chi non brilla e lo porta a brillare

Sono pochi minuti (quelli di Jack Raspadori) e tante coccole: è il futuro della Nazionale. Qualche minuto in più per Elmas (e numeri eccezionali, medie al livello dei due fenomeni Kvara e Osimhen) e addirittura c’è la confessione del senso di colpa: se mi chiede perché non gioca di più, non saprei cosa rispondere. Attimi per Gaetano e Zerbin, ma la carezza arriva: ci tengo, mi assicurano una profondità della rosa. Ci sono quelli come Simeone che invece, se gli dai 7 minuti, gli sembrano 700, vivono una partita eterna, la palla è sempre in gioco. A lui non c’è bisogno di dire niente, per lui non servono messaggi. Ogni tanto a Luciano Spalletti tocca parlare degli altri, di altro. È difficile tenere il discorso su quello che ormai è evidente, luminoso, magnifico.

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