Monopoli, Piccinni lascia il calcio: “È stato un bel viaggio, io scendo qui”


Marco Piccinni dice addio al calcio. Il capitano del Monopoli lo ha annunciato in conferenza stampa: “Questo incontro non sarà una lunga conferenza strappalacrime. Potete immaginare cosa sto annunciando, è stato un viaggio bellissimo durato più di 16 anni e lascio il calcio. Il calcio mi ha accompagnato sin da quando ero bambino, ero insicuro e balbuziente e il calcio mi ha svegliato fino a farmi diventare un capitano. Mi ha cullato nelle notti dopo le vittorie e non mi ha fatto dormire dopo le sconfitte, non ultima quella di ieri. Col calcio ci siamo conosciuti giovani e ora mi sta restituendo alla carriera come padre di due figli. Devo tanto al calcio ma è ora di lasciare. In tanti mi hanno detto di pensarci bene ma io sono pronto perché è una vita che mi preparo per questo giorno. Da tempo sto studiando e cercando percorsi paralleli ed è quello che ho detto a tutti i ragazzi che hanno condiviso con me lo spogliatoio. La fine della carriera la vivo senza paura e senza ansie, il mio più grande successo è avere tanti ragazzi nello spogliatoio che, fino a qualche anno fa, non aveva neanche un diploma e ora si sta laureando“. Il capitano biancoverde passa ai ringraziamenti: “Devo ringraziare i due presidenti, Onofrio che mi ha accolto quando avevo poco più di 30 anni e Francesco che mi ha rincorso per tanti anni e mi ha preso giusto nell’ultimo anno di carriera. Grazie allo staff di quest’anno, si sono presi rischi e responsabilità che non erano per nulla semplici, Poteva andare in tutt’altra maniera e loro sono stati molto coraggiosi. Ringrazio i tifosi del Monopoli, che oggi chiamo la mia gente e spero di essere uno di loro. Un ringraziamento particolare lasciatemelo fare allo spogliatoio e alla squadra. Nella partita più importante della stagione ho perso una palla sanguinosa in mezzo al campo, togliendo la speranza ai miei compagni e ai miei tifosi. Erano i miei ultimi minuti da calciatore e ho visto il buio, ho pensato che nello spogliatoio avrei trovato commiserazione e invece ho trovato riconoscenza per il percorso umano fatto insieme ed è stata una cosa meravigliosa. Sono passato in un attimo dal buio alla luce e ho capito la cosa più importante: io sono stato un normale giocatore di Serie C, anzi, di Serie C girone C, però riconosco di essere stato un campione nei rapporti umani. I rapporti umani ti permettono di rialzarti nei momenti bui e permettono alle squadre di uscire anche dalle stagioni più brutte. Lascio il calcio e lascio tanti amici veri e sinceri, a differenza di tanti altri ex calciatori io posso chiudere la mia carriera con il sorriso. Grazie a tutti, è stato un viaggio bellissimo, questa è la mia fermata e scendo qui”. Sul futuro: “Ora mi prenderò un attimo di pausa perché devo rassettare i pensieri e sviluppare i percorsi a cui sto lavorando. Fotografie della mia carriera? Sono difficili da individuare, è stata una carriera ricca di belle esperienze. A Piacenza, dopo la retrocessione, la gente riconobbe l’impegno invece di contestare e fu una delle massime espressioni di sport vissute nella mia carriera. Qui a Monopoli sono tanti i ricordi che porterò nel cuore per sempre. Sarà dura ricolmare le emozioni che lo sport e il calcio ti sanno regalare. Il mio futuro? Conosco benissimo l’ambiente calcistico ma è prematuro parlare di incarichi in società, anche perché non è una decisione che riguarda soltanto me ma dipende dalla società. Non posso dire che non mi piacerebbe, ma mi sono costruire anche altri percorsi paralleli su cui ho investito tanto e che dovrò valutare. Rimpianti? Prima della conferenza, scherzando, ho detto che non me ne sarei andato fino a quando non avrei visto il Monopoli in B. La società ha alzato l’asticella anno dopo anno con una visione a lungo raggio. La canzone che mi frulla nella testa è nessun rimpianto, nessun rimorso, però penso anche a quello che è successo nella scorsa stagione e a come è andata questa. Io ci credevo, alla squadra lo ripetevo continuamente. Il rimpianto più grosso è l’anno del Covid, chiuso al terzo posto e senza l’interruzione sono sicuro che avremmo chiuso secondi e poi chissà cosa sarebbe successo. Ma adesso non ci voglio più pensare perché ho chiuso questo capitolo e voglio tuffarmi nel prossimo. Non smetto per gli acciacchi fisici ma perché mi sono preparato tanto per la mia prossima vita. Dopo l’ennesimo infortunio, quest’anno, le mie figlie hanno chiesto a Dio di non farmi più infortunare e se lascio è perché lo devo anche a loro”.  

Fonte:TuttoC.com

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