Superate le strade di San Giovanni Rotondo, dopo uno splendido pezzo di bosco Quarto ed immerso tra le brulicanti rocce, si può sbirciare il lago di Varano, un po’ più in lì lo sguardo, ad ancora qualche chilometro d’altitudine, si catapulta sulle luci gialle che caratterizzano la particolare città garganica e senza alcun dubbio è la descrizione di Cagnano Varano. Iscritta in Prima Categoria, la società mira alla crescita della stessa ed anche le parole dei ragazzi lo confermano.
Il capitano e trequartista Matteo Pelusi parla della sua esperienza generale con passione ed attaccamento al luogo natio: ”Sono orgoglioso di questa fascia, per me non è poco. La società non ci fa mancare nulla ed il loro sostegno non è soltanto economico, è anche emotivo. Il mio ruolo non è facile, ai piccoli calciatori cagnanesi raccomando sempre di non sottovalutare gli allenamenti e qualsiasi avversario, l’umiltà dev’essere una caratteristica fondamentale senza della quale non si potrebbe andare avanti in questo ambito ed anche nella vita quotidiana, spero mi ascoltino almeno per motivi di anzianità (ride, ndr) tra l’altro, è evidente che inizio ad esprimermi come i mister, magari in futuro ci penserò a questa mansione (ride ancora, ndr). Anche l’unione tra le piazze garganiche è emblematica, la rivalità finisce in campo ed è pura, ci conosciamo tutti e il terzo tempo non manca mai. Io ho militato anche in realtà al di fuori della Puglia, sono stato alcuni anni in Eccellenza abruzzese e mi fa piacere ritornare a casa con un bagaglio d’esperienza maggiore, ringrazio i tifosi che ci seguono e non sono mai pochi”.
Anche il giovanissimo centrocampista Antonio Mosca (2006) parla ai microfoni, all’inizio appare quasi impaurito ma sorride spesso a chi pone le domande: “Ringrazio mister Matteo Zito per la fiducia che ripone in me, ritrovarsi in prima squadra non è mai scontato. Sono uno dei più piccoli e mi sento coccolato (sorride, ndr), dopo tutta la trafila delle giovanili fatta con un’altra società. A scuola? Non ho problemi, anzi, i prof riescono a comprendere la situazione e sono anche interessati al mio rendimento extra scolastico. Il mio compagno più stretto è il difensore centrale Pasquale Di Bari, ricordo tutti i momenti passati per strada a storpiarci le gambe, sicuramente eravamo felici. La mia famiglia segue tutte le partite e soprattutto mio nonno mi chiede l’ora esatta della partita anche giorni, è il mio primo tifoso. Sarò sempre grato alla società che non ci fa mancare nulla”.
Anche il presidente Giovanni Coccia si concede ai microfoni: “Ripongo tutta la mia fiducia sui ragazzi, non sono stati scelti casualmente e non ci sono solo ragazzi locali, molti tesserati sono residenti nei paesi limitrofi. Questa è una piccola realtà nata nel 2017, era un diamante grezzo ed ora è stato raffinato dal duro lavoro svolto in questi anni, però le varie strutture dovrebbero territoriali ricevere delle migliorie, lo sport ha bisogno di basi ben salde per garantire una buona preparazione dei cadetti già dai settori giovanili”.