Manfredonia-Fasano 0-1, la riapertura del Miramare non porta bene

La riapertura del Miramare è stata una promessa mantenuta e dopo tanto penare la gioia degli appassionati biancoazzurri è stata incontenibile. Gli spalti gremiti di tifosi impazienti di ritornare ha infiammato l’atmosfera ed i cori gemellati l’hanno accompagnata per tutta la gara. Prima dell’inizio della disputa, i calciatori granata hanno ricordato, con delle maglie commemorative, il giovane manfredoniano Antonio Guerra venuto a mancare la settimana scorsa. Dopo venti minuti Giacobbe batteva una punizione ma la sfera terminava sul fondo. Brignola, al 34′, cercava di beffare la difesa sipontina ma sfiorava l’angolino e al minuto successivo Amabile centrava lo specchio ma Lazar evitava il peggio, deviandola sul fondo. I brindisini tornavano all’attacco e questa volta era Battista a farsi avanti (36′), con un diagonale, però, non era il momento giusto. Giacobbe non si arrendeva e nella mischia, durante una fase di possesso in area avversaria, colpiva il legno (39′).

Per i delfini la ripresa iniziava la salita. Al 50′, dopo una punizione battuta da Melillo da poco più di 30 metri di distanza, Battista non sbagliava ed il tiro risultava impeccabile nonostante il tentativo di Paduano mettendo a segno la rete decisiva.

Per gli ospiti non si tira indietro, soddisfatto in maniera evidente, il mister chioggiotto Luca Tiozzo Peschiero e dichiara: “Premetto che il Manfredonia dimostra grande intensità per la maglia, questa cosa avrebbe potuto ammazzare chiunque, ma non è stato così per i miei ragazzi. Un primo tempo difficile per tanti presupposti interessanti ed anche da parte loro. Avremmo potuto chiuderla prima ma credo che un po’ di sofferenza sia consequenziale in questi scontri. All’andata sbagliammo un rigore ed oggi Battista è riuscito a segnare da 30 metri di distanza, il calcio è anche questo”. 

Mister Cinque invece spiega: “Ritengo che abbiamo avvertito la pressione del dover vincere a tutti i costi. La riapertura del Miramare è stata una manna dal cielo dopo tanti sacrifici, ma non abbiamo saputo assumere un approccio concreto rispeto alla prestazione. Non eravamo del tutto presenti, più volte è venuto a mancare l’anima volitiva che ci contraddistingue, anche se non sono state del tutto nulle le occasioni proficue, il legno di Calemme ed il tiro di Giacobbe ne sono una dimostrazione. L’arbitraggio? No, non mi è assolutamente piaciuto poiché ho notato poca imparzialità e diverse sviste non del tutto perdonabili. Grande ammirazione per Tiozzo Peschiero, ho apprezzato alcune dichiarazioni fatte in precedenza ed è un ottimo collega, ora penseremo solo all’Angri e domenica prossima recupereremo l’andata ed anche questo odierno triste ritorno…”.  

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