Asd Bovino, la storia continua

Le viuzze strette percorrono il centro storico medioevale, il castello spunta da una sommità tipica della zona ed il clima un po’ rigido avvolge le calde abitazioni circostanti, Bovino non ha mai voltato le spalle allo sport anche se i momenti difficili non sono mancati, ora l’Asd Bovino milita nella Seconda Categoria della sezione garganica.

Sorridente e particolarmente spigliato, appare così l’esterno Antonio Cagna e si esprime amabilmente: “Gioco qui da quando ero un bambino, avevo sei anni e la mia prima maglia fu la 7, credo sia il sogno di ogni bambino che inizia dall’attacco. Mia madre è la prima tifosa e non è la classica mamma che si preoccuperebbe del raffreddore, si irriterebbe di più se non segnassi (ride, ndr). Anche mio nonno Antonio mi segue e ad ogni fine gara fa il punto della situazione, ritengo che una piccola piazza sia più famigliare ed attenta alle esigenze di ognuno di noi. Questo è il mio primo anno in Seconda Categoria, all’inizio ho avuto delle difficoltà e non riuscivo ad esprimere appieno le mie potenzialità, ora mi sento risollevato. Io amo il calcio e lo pratico soprattutto per divertirmi, il resto viene da sé. A differenza di altri ragazzi non ho voluto arrendermi, ovviamente i vari sbocchi sportivi sono limitati e questa è una vera pecca, spero che le cose cambino per le piccole zone. Tuttavia, finché avrò un pallone fra i piedi sarò sempre felice come un bimbo ed è ciò che dovrebbe fare ogni calciatore, lo auguro a tutti i ragazzi…”.

Il giovanissimo difensore Antonio Rotondo (2006) racconta timidamente il suo punto di vista : “Ho ritrovato i miei vecchi amici dopo un’esperienza molto positiva a Candela, ho dovuto abbandonare per motivazioni personali, però almeno posso contare sulla mia squadra. Io sono cresciuto su questo terreno, ricordo le ginocchia sbucciate e le risate dei momenti più belli alle giovanili, tutto questo è impagabile. Mio padre Danilo, in particolar modo, ci tiene al mio rendimento calcistico oltre che a quello scolastico (sorride, ndr), non mi fa molti complimenti a voce però sa come farmi capire che è fiero di me. Io gioco principalmente per divertirmi, ovviamente spero per il futuro di poter toccare i piani alti del calcio italiano. La scuola è un tasto dolente poiché ha limitato le mie scelte e non posso mettere a repentaglio il mio rendimento culturale, ad onor del vero ho dovuto rinunciare alla mia parentesi candelese proprio perché non era vista di buon occhio dagli insegnanti che non mi semplificavano i vari recuperi. Compagno preferito? Sono cresciuto con l’attaccante Lorenzo Rinaldi, siamo nati a qualche giorno di distanza e praticamente viviamo in simbiosi. Un tatuaggio condiviso è il testimone di questo legame marchiato anche sulla nostra pelle e gli auguro il meglio per quanto riguarda lo sport ed il suo futuro”.

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