L’esterno giallorosso dal ritiro con la Polonia: “Non è piacevole essere fischiato dai tifosi del club che amo, ma se i risultati della squadra sono scarsi è difficile pretendere che siano soddisfatti”
L’esterno della Roma ha rilasciato alcune dichiarazioni al portale polacco Goal dal ritiro della Polonia. “Se sono qui con la Polonia è anche perché ho sempre avuto allenatori come Mourinho, De Rossi, Juric che hanno creduto in me, è di grande aiuto“, ha affermato Nicola Zalewski. “Nel calcio italiano viene data molta importanza alla tattica, quindi in realtà non ho molta libertà nel mio gioco“. Non è mancato un passaggio in merito alla sua turbolenta estate, quando era praticamente a un passo dal lasciare la Capitale: “In estate sono stato molto vicino al Galatasaray e poi al Psv. Ho analizzato tutto e ho preso la decisione che mi sembrava migliore, rimanere a Roma. Mi sento romanista, non ho mai fatto ragionamenti se fosse meglio lasciare la Roma in quel momento o alla fine del contratto. Sono giovane, la cosa più importante per me è giocare e volevo farlo nella Roma”. In merito all’essere stato messo fuori rosa dopo il “no” al Galatasaray il classe 2002 ha affermato: “Sono rimasto sorpreso dalla reazione del club, ma fortunatamente è acqua passata“. E sui fischi dell’Olimpico: “Di certo non è piacevole essere fischiato dai tifosi del club che amo, ma se i risultati della squadra sono scarsi è difficile pretendere che i tifosi siano soddisfatti”. Zalewski ha poi parlato del suo rapporto con José Mourinho: “Mi è stato davvero di supporto. È stato molto importante per la mia carriera. Mi ha permesso di giocare in prima squadra, ma potevo contare su di lui non solo per il calcio: mi è stato molto vicino quando è morto mio padre. Ogni volta che ne avrò l’opportunità, lo ringrazierò volentieri. Vorrei che tutti gli allenatori avessero la sua personalità“.
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