Il tecnico nerazzurro ha preparato a fondo le palle inattive: contro una difesa molto fisica ha immaginato che i corner venissero risputati fuori, proprio dove ha piazzato Nicolò
La prima occasione arriva al minuto numero 41: calcio d’angolo dalla sinistra mandato in mezzo dal mancino di Dimarco, messo fuori dalla zuccata di Yerry Mina e finito dove? Esattamente sui piedi di Nicolò Barella. Mancino forte, risposta stilisticamente non perfetta ma efficace di Scuffet.
Poi comincia la ripresa e il copione è lo stesso. Cambia solo il piazzato (e il risultato), perché da corner diventa punizione, da occasione pericolosa diventa gol: 53′, Dimarco mette ancora verso il centro dell’area del Cagliari, Adopo allontana di testa, raccoglie stranamente Barella. Che controlla e alza il campanile verso il secondo palo dove trova la testata vincente di Bastoni per il momentaneo 1-0 Inter. Un gol pesante, che subito in avvio di ripresa indirizza una partita che avrebbe potuto diventare complicata da sbloccare. Nato dalla grande intuizione di Simone Inzaghi.
Finisce qui? No, perché Barella resta in campo fino al minuto numero 73 e 2′ prima di essere sostituito da Zielinski confeziona pure il raddoppio dei nerazzurri: altro calcio d’angolo in favore della squadra di Inzaghi calciato sempre alla stessa maniera – forte e teso verso il centro dell’area -, altro pallone messo fuori dai giganti del Cagliari, altra palla raccolta al limite da Barella. Che legge in anticipo la deviazione, sfrutta l’ottimo posizionamento per superare Augello e rimandare il pallone in area rossoblù.
E il risultato è lo stesso: gol. Lautaro approfitta della dormita di Makoumbou che lo tiene in gioco, si allunga in spaccata, rompe il digiuno e l’Inter va ancora una volta in gol grazie alla posizione di Barella e alla tattica di Inzaghi. Tra l’altro, in posizione di attaccante c’era ancora una volta anche Bastoni che alza il braccio a chiamare il pallone in caso non fosse arrivato in anticipo il Toro. Si vede bene anche dal video postato su X dal canale ufficiale dell’Inter: il centrocampista nerazzurro raccoglie, finta di tornare indietro saltando il pressing del terzino del Cagliari e rispedisce dentro l’invito per Lautaro.
“inzagata”
—Il 2024 da sogno dell’Inter passa anche da aspetti come questi. Inzaghi è maniacale nella cura dei dettagli, che sa bene possano fare la differenza. I calci piazzati di ieri rappresentano solo l’ennesima dimostrazione di come il tecnico nerazzurro lavori curando con enorme attenzione ogni aspetto: contro una difesa tanto strutturata come quella del Cagliari (Luperto, Mina, Adopo, Makoumbou, Wieteska e Adopo vanno tutti tra 1,87 e 1,95 metri di altezza), Inzaghi sapeva bene che tutti i cross, corner o punizioni potessero essere risputati fuori dall’area rossoblù dai giganti del Cagliari. E allora ha sistemato Barella lì, al limite, a raccogliere ogni respinta per trasformarla ancora in occasioni vive. Così è stato. Il centrocampista sardo è stato la chiave della sfida di ieri. E l’Inter ha chiuso meravigliosamente un 2024 da sogno, sperando che il 2025 possa portare almeno le stesse gioie arrivate in questa stagione. E chissà quali altre “Inzagate” si inventerà il tecnico nerazzurro il prossimo anno per migliorare ulteriormente la sua Inter già tendente alla perfezione.
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