L’ultimo gol dell’argentino il 3 novembre contro il Venezia: non è un caso, ma l’anno scorso a questo punto aveva già segnato 20 reti, oggi è fermo a sei
Più che una chiacchierata a voce alta, resta ancora un sussurro. Un bisbiglio. I tifosi dell’Inter escono da San Siro con un quarto di coppa appena conquistato e parlottano tra loro di sogni e trofei, ma in mezzo ai soliti discorsi ce n’è uno che rimane ancora nel sottobosco: che succede a Lautaro? Il capitano dell’Inter non segna da più di un mese. L’ultimo squillo l’ha realizzato il 3 novembre contro il Venezia, poi sette gare senza reti in tutte le competizioni.
DIFESA
—Fin qui è un altro Lautaro. Lo dicono i numeri: la stagione scorsa, a questo punto del percorso, l’argentino aveva già segnato 15 reti, mentre ora è fermo a sei in 20 gare totali. Contro l’Udinese si è divorato un gol clamoroso a 4’ dalla fine spedendo alle stelle un destro al volo su assist di Dumfries. Un errore non da lui. Inzaghi lo difende a spada tratta in ogni conferenza, così come i compagni, ma è un Lautaro diverso e si vede. Rispetto agli altri anni, infatti, i dati ci dicono che calcia meno in porta, tocca meno palloni nell’area avversaria ed è meno cinico del solito. Inoltre, se prendiamo in considerazione l’annata scorsa da capocannoniere, gioca un filo più lontano dalla porta, andando a raccordare il gioco.
ASTINENZA
—Premessa: non si può parlare di caso Lautaro. Fin qui è stato decisivo contro la Stella Rossa in Champions e in cinque occasioni in Serie A: Udinese, Roma, Empoli e Venezia, l’ultimo squillo prima del letargo. Lautaro è così, comunque. A volte vive periodi di astinenza e poi si risveglia all’improvviso. La stagione scorsa, ad esempio, ha segnato 16 gol nel girone d’andata a otto in quello di ritorno, rimanendo a secco per sette partite di fila. Poi si è ripreso, ha vinto lo scudetto della seconda stella da top scorer della Serie A ed è volato negli Stati Uniti per vincere anche la Coppa America da capocannoniere (5 gol). Inzaghi non ha mai avuto dubbi, ma dell’astinenza si inizia a parlare.
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