Marino Magrin, intervista: “Atalanta casa mia. Juventus? Dovevo essere l’erede di Platini”

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Classe 1959, centrocampista dai piedi buoni: sei stagioni nell’Atalanta (ha scritto anche l’inno della Dea), poi in bianconero dall’87 all’89: “Boniperti per tutelarmi mi diede la 8 e non la 10”

Il volto pulito di Marino Magrin entrò nel mosaico quarant’anni fa, grazie a un Atalanta-Inter di Serie A. “Avevo compiuto 25 anni da tre giorni. Ricordo la telefonata del mio vecchio datore di lavoro. ‘Qui c’è da aggiungere la tua foto…’, mi disse”. Storia di immagini sbiadite, incollate: “Dopo la terza media ho lavoricchiato cinque anni come falegname. Amavo appendere al muro i ritagli di giornale di Rivera e Tardelli. In azienda avevo un ‘altarino’ccon le loro immagini intrecciate a mo’ di mosaico. Sognavo di raggiungerli…”. E ci è riuscito. Marino, 65 anni, mezzala creativa degli anni Ottanta passata per Mantova, Atalanta, Juve e Verona, lo racconta col tono di voce emozionato di chi non vede l’ora di rispolverare videocassette rimaste in un angolo. Quando la nostalgia gli batte sulla spalla ne infila una nel registratore e preme play.

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