Il figlio di Clarence è nato due giorni dopo che il papà aveva vinto la Champions ad Atene… Rispetto al padre, è più propenso a inserirsi negli spazi e a cercare il gol. Gioca nell’Under 18
A volte pare che tutto sia scritto nelle stelle. Il piccolo Denzel è nato il 25 maggio 2007. Due giorni prima di tenerlo in braccio per la prima volta, papà Clarence aveva alzato al cielo di Atene con le stesse mani l’ultima Champions League vinta dal Milan. Clarence è naturalmente Seedorf, fuoriclasse olandese che ha scritto pagine indelebili della storia rossonera. Le prossime, spera di firmarle il figlio Denzel, che sogna di fare il calciatore e debuttare un giorno a San Siro. Domenica, per la prima volta, si è allenato con la prima squadra agli ordini di Paulo Fonseca.
chi è
—Seedorf junior segue le orme del padre anche in campo. Centrocampista come lui, anche se con caratteristiche diverse. La classe di Clarence è naturalmente ancora lontana anni luce, mentre Denzel è più propenso a inserirsi negli spazi e a cercare il gol arrivando a rimorchio. Per ora ci prova nell’Under 18 del Milan (a segno contro la Roma in stagione), club nel quale è entrato a 12 anni. Curiosità: pur essendo nato a Milano, il piccolo Seedorf ha anche passaporto olandese e brasiliano (mamma Luviana è di Rio de Janeiro). E in un’intervista di qualche mese fa a Globo Esporte, aveva confessato di sentirsi più verdeoro che oranje: “La nazionale? Se un giorno dovessi scegliere, direi il Brasile. Parlo portoghese e non olandese, amo i brasiliani e la loro cultura. In effetti vivo la cultura carioca a casa mia”. Il nome di Denzel, comunque, è anche sui taccuini dei selezionatori delle giovanili azzurre. Quindi, dovesse davvero rispettare le promesse, un giorno potrebbe essere l’Italia a dargli una maglia. Per ora, però, c’è da fare bene con quella rossonera.
papà
—Lui sogna di fare il calciatore e non avverte le pressioni del cognome importante, anche perché Clarence non lo ha mai condizionato. «Non mi ha mai costretto a fare qualcosa – racconta Denzel, sempre nell’intervista a Globo -. Anzi, in realtà gli sarebbe piaciuto che giocassi a tennis e non a calcio. Ma mi ha comunque dato il suo sostegno ed è felice del mio percorso». La strada è ancora lunga, ma Seedorf junior guarda al futuro con ottimismo. «So che per diventare un calciatore bisogna avere una certa mentalità. Ma non credo sarei al Milan se non avessero visto qualcosa in me». Intanto, il primo assaggio di Milanello è già arrivato.
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