Napoli, Garcia perde la testa: “De Laurentiis? Capisce di cinema, meno di calcio”

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L’ex allenatore dei campani, in un’intervista al media Carré di Raphael Domenach, si è tolto più di un sassolino. E ne ha per tutti. Da Mazzarri “non ha classe” al presidente che “si immischia in cose che non gli competono”

Alessandro Grandesso

Pensava fosse un gentleman, e invece. Rudi Garcia è un fiume in piena. Libero finalmente di esprimersi senza vincoli di confidenzialità, il tecnico francese ha concesso una lunga intervista al media Carré di Raphael Domenach, per evocare la sua carriera e per fare chiarezza su certi episodi vissuti a Napoli. Nel mirino finisce Aurelio De Laurentiis, il presidente che “capisce di cinema ma non molto di calcio”, e che lo scaricò a malo modo per far posto a Walter Mazzarri, che non ha avuto un briciolo di classe, secondo Garcia. 

GENTILUOMO

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Il primo affondo, il francese lo riserva appunto al collega, definendolo un “tocard”, una sorta di sfigato: “Non ha classe e non mi ha mai ringraziato dei punti che gli ho lasciato, e del fatto che gli sarebbe bastato vincere una partita per qualificarsi per gli ottavi di Champions”. Di Mazzarri, Garcia ricorda inoltre l’intervista poco elegante concessa quando era ancora sulla panchina del Napoli “per spiegare come avrebbe fatto giocare la squadra”. Ma Rudi sfrutta l’occasione soprattutto per dare la sua versione sui 150 giorni vissuti alla guida del club partenopeo. Un’esperienza travolgente, per l’entusiasmo dei tifosi e la passione che si respirava in città e allo stadio: “Ancora oggi c’è chi mi scrive ricordandomi che il tempo è gentiluomo”.

RISCHI

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Garcia comunque ammette: “Sapevo che mi prendevo un rischio arrivando in un club che aveva appena vinto lo scudetto. Di solito non vado in squadre dove non posso fare meglio, ma era il Napoli e la Serie A”. A Napoli c’era un gruppo sano, ma che aveva bisogno di qualche innesto per continuare a competere ad alto livello, anche perché, spiega il francese, “inconsciamente i giocatori pensavano di rifare esattamente come l’anno prima: non funziona così”. Per questo Garcia aveva chiesto dei rinforzi, negati: “Volevo un difensore, come Aguerd, e un mediano possente. Invece hanno preso giocatori di prospettiva e non è un caso che siano stati prestati altrove”. Il francese inoltre voleva che si rinnovassero subito i contratti di Osimehn e Zielinski “per metterli nelle migliori condizioni in campo”. Il primo è stato prolungato molto dopo, il secondo se n’è andato da svincolato: “Ho visto poi che invece quest’anno hanno investito molto per un difensore come Buongiorno e un mediano come McTominay”, osserva Garcia. 

ERRORI

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Insomma, alla fine aveva visto giusto il francese che però è stato scaricato da De Laurentiis che dichiarò persino che avrebbe dovuto cacciarlo il giorno stesso della presentazione con un coup de théâtre: “Il vero coup de théâtre sarebbe stato quello di tenermi e forse si sarebbe qualificato per la Champions, invece di finire decimo. Magari ha detto quelle cose perché si è reso conto di essere stato un po’ cogl.., e per coprire certi errori strategici”. E dire che l’avventura era cominciata bene: “All’inizio – racconta Garcia – pensavo di avere a che fare con un gentleman, invece si è rivelato qualcuno che si immischia in cose che non gli competono. Ho pagato il fatto di avergli detto di rimanere al suo posto. Lui mi rispose che non poteva proteggermi se non lo ascoltavo. Ma io non ho bisogno di essere protetto”.

OBIETTIVI

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Garcia così racconta di un presidente capace di chiamare il giardiniere per far spostare le porte di 50 centimetri, ma che soprattutto voleva fare la formazione: “Voleva che facessi giocare 45′ minuti un giocatore e poi altri nella ripresa e non è a sessant’anni che mi si viene a dire chi mandare in campo: De Laurentiis è uno che capisce di cinema, ma non molto di calcio”. A Napoli, sottolinea il tecnico, è mancata anche la gestione interna: “Quando arrivai tutti volevano andarsene, e si lamentavano di essere pagati poco. Quindi ho lavorato per per rimotivare l’ambiente. Il ds Giuntoli se n’era andato e nessuno interveniva quando per esempio Osimhen o Kvaratskhelia non accettavano di essere sostituiti”. Episodi poi montati ad arte dai media, secondo Garcia che spiega come De Laurentiis lasciasse intendere che il vero obiettivo del Napoli era quello di vincere la Champions: “Sarebbe stato più opportuno annunciare subito di puntare alla qualificazione per la Champions”. E magari tenere Garcia in panchina, per riuscirci.

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