Dieci anni fa moriva il grande cantautore la cui inquietudine e voglia di ribellione, come Maradona, ha portato lontano dall’immobilismo della sua città, pur divenendone un simbolo
A Napoli il destino è una forma di immobilità e solo chi è inquieto esce da questa immobilità. Quando l’omologazione antropologica è fortissima, per liberarsi serve uno strappo e a volte nemmeno basta, perché la cultura napoletana è una cappa, un peso, una catena per gli artisti e solo gli individui liberi si guadagnano l’indipendenza: per questo, dieci anni dopo la sua morte, Pino Daniele è ancora più libero e presente, perché ha dato a Napoli – “una città dipinta dai suoni”, come dice John Turturro – una colonna sonora, distaccandosene. Più si allontanava, più la città capiva la sua importanza. Perché Napoli misura le sue voci quando si allontanano. Eppure tutta l’attività concertistica di Pino Daniele a Napoli si è…