L’allenatore del Milan se n’è acceso uno a Riad, emulando Pioli, Pep, Ancelotti. Ma tutto iniziò con MJ, che poi a Milano ha trovato il negozio di riferimento. Su Sportweek in edicola
Già il fatto che Luca Borla abbia in rubrica il numero di cellulare di Michael Jordan gli regala una piccola ma significativa aura da eletto. E le foto alle pareti di lui e del fratello Simone insieme al più grande del basket, appese nel loro negozio milanese Casa del Habano, da vent’anni elegante rifugio per appassionati alla ricerca di sigari cubani, lo confermano: “Non di rado si presentano persone non fumatrici che vogliono solo visitare la stanza dei sigari dove Jordan è venuto (due volte) a comprare i suoi Capa, dal nome della foglia che avvolge la tripa. È l’humidor dove 365 giorni all’anno teniamo i sigari nelle condizioni necessarie: temperatura fissa 19 gradi e umidità al 70 per cento”. MJ è stato il primo tra i grandi dello sport ad accendersi un sigaro già nello spogliatoio per celebrare una grande vittoria. Di recente, l’Europa del calcio sembra aver importato quest’abitudine. Ancelotti dopo la Champions, Guardiola per il trionfo in Premier, Pioli e Ibrahimovic per lo scudetto del 2022 e, solo pochi giorni fa, Sergio Conceiçao a Riad dopo il derby e la Supercoppa milanista: uno dopo l’altro, hanno tutti esultato fumosamente, alla Michael Jordan.