Dovbyk, fantacalcio: i numeri dell’attaccante della Roma

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Decisivo per la vittoria solo con la Dinamo Kiev, le sue reti finora hanno portato appena 7 punti. Ranieri chiede più cattiveria e personalità

Giornalista

“Ho tolto Dovbyk perché si era innervosito, l’arbitro lo aveva preso sotto mira e temevo potesse prendere il rosso”. Claudio Ranieri giovedì sera, subito dopo la fine di Az Alkmaar-Roma, ha giustificato così l’esclusione dopo soli 45 minuti del centravanti ucraino, rimasto nella pancia dell’Afas Stadion dopo i 45 minuti di gioco, senza poi tornare più in campo. E c’è da credergli, perché in effetti Artem era ammonito e in più di un’occasione aveva avuto da ridire con Wouter Goes. Poi però c’è anche dell’altro. E, cioè, la situazione di un attaccante che non riesce ancora ad essere decisivo come sa e come potrebbe. Così tanto che dopo il gol segnato domenica scorsa al Genoa, ad esplicita domanda sul fatto che non esulti mai dopo una rete, Artem ha risposto così: “Non sono mai completamente soddisfatto delle mie prestazioni. Sto segnando, ma so che posso fare meglio”. 

La situazione

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Ed infatti di gol Dovbyk ne ha segnati comunque abbastanza, 11 in 27 partite, con una media-gol di 0,41 a partita. Insomma, numeri non brutti, soprattutto se si pensa che è al suo primo anno in giallorosso. “Sto lavorando per adattarmi sempre di più – ha detto ancora lui – Dzeko al primo anno ha avuto difficoltà, poi sappiamo cosa ha fatto. Serve tempo per adattarsi e trovare l’intesa giusta con i compagni”. Il vero problema, invece, è un altro, il fatto che Artem non segna mai gol davvero decisivi. E che quei 11 che ha messo a segno sono sempre arrivati in partite “morbide”, contro avversari di medio o basso livello. E in partite in cui non c’era da prendere per mano la Roma e portarla in alto, partite “decisive”, di quelle dove serve anche voglia, carattere e personalità per imporsi come un leader.

I numeri

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Delle undici reti messe a segno in questi primi sei mesi con la maglia della Roma, solo una infatti è stata decisiva per portare alla Roma i tre punti, quella segnata su rigore (1-0) contro la Dinamo Kiev, in Europa League. Le altre o hanno contribuito a dei pareggi o non sono state determinanti ai fini del risultato finale. I gol dell’ucraino con pareggio finale sono arrivati contro il Genoa (all’andata, 1-1), Athletic Bilbao (1-1), Monza (1-1) e Bologna (2-2). Poi sono arrivati quelli nelle vittorie larghe contro Udinese (3-0), Parma (5-0), Sampdoria (doppietta in Coppa Italia, 4-1) o Genoa (al ritorno 3-1) e nella sconfitta di Verona (2-3). Insomma, a conti fatti i gol di Dovbyk “pesano” poco, in tutto si può dire che hanno portato in dote appena 7 punti. Non il massimo per un centravanti, soprattutto poi se è stato pagato 30,5 milioni più 5,5 di bonus, con un 10% a favore del Girona sulla rivendita, per un minimo garantito di 38,5 milioni. Di fatto, non spiccioli…

I motivi

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Ed allora bisognerebbe andare a capire perché quando le partite contano (come era anche la sfida di giovedì sera contro l’Az Alkmaar, decisiva per il futuro europeo della Roma) o sono contro avversarie di livello, Dovbyk cala di rendimento, a volte finendo anche ai margini della gara. È successo pure contro le big del nostro campionato: Inter, Juventus, Atalanta (clamoroso il gol divorato a tu per tu con Carnesecchi), Napoli (traversa di testa, ma per molti più un gol sbagliato che un colpo di sfortuna), Lazio (il 2-0 nasce da un suo stop sbagliato a metà campo) e Fiorentina. Meglio con il Milan, dove comunque ha confezionato l’assist del pareggio di Dybala. Ranieri dice spesso che deve migliorare a livello di determinazione e cattiveria agonistica e il problema – probabilmente – è proprio qui. Dovbyk è un bravissimo ragazzo, anche molto sensibile per alcuni versi. E a volte si carica di tensioni e problemi che dovrebbe invece riuscire a lasciarsi alle spalle. Lo scorso anno – a Girona – nella seconda parte della stagione carburò meglio che nella prima, segnando anche di più (13 reti contro 11). La speranza, allora, è che si ripeta anche a Roma. E che Artem torni presto ad essere davvero Dovbyk.

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