La squadra di Fabregas vince con merito a Firenze: nel primo tempo quarto centro in A per Assane, nella ripresa capolavoro dello spagnolo
Si arresta bruscamente la corsa Champions della Fiorentina, lontanissima da quella che poco più di una settimana fa aveva dominato l’Inter al Franchi. Contro il Como arriva una sconfitta brutta, per la prestazione oltre che per il risultato. Fabregas dà una lezione alla Viola e fa brillare le sue gemme, Diao e Nico Paz, entrambi a segno e incastonati in un meccanismo che funziona. La vittoria esterna, che mancava dal blitz di Bergamo di fine settembre, mette fine a una striscia di tre sconfitte consecutive e dà punti pesanti in chiave salvezza.
la partita
—Senza lo squalificato Kean, Palladino deve inventarsi un centravanti diverso, forse una Fiorentina diversa: la scelta ricade su Zaniolo, con Fagioli dietro, Folorunsho e Beltran sui fianchi. Il Como risponde con la stessa moneta, ma di diversa valuta: Fabregas rinuncia al suo, di centravanti, e al centro mette Nico Paz da falso nove, con Strefezza e Diao sui lati, in linea con Caqueret e Da Cunha, e Perrone davanti alla difesa. La scelta viola sembra azzeccata. Zaniolo parte di slancio: subito un sinistro dal limite dopo 16 secondi – palla alta – poi un altro mancino stringendo da destra, stavolta centrale. Poi l’ex Atalanta si spegne, come tutta la Fiorentina. Che insiste con le pallonate lunghe come se ci fosse Kean davanti a ripulirle. Capito il giochino, il Como aumenta l’attenzione aerea e comincia a imbastire la sua tela. Il gioco di Fabregas è coraggioso, non si spreca una palla, tante combinazioni corte. E pian piano gli ospiti si avvicinano sempre più alla porta di De Gea: al 21’ un filtrante di Caqueret per Diao, che conclude centralmente, al 28’ un’idea di Nico Paz ancora per Diao viene chiusa con un doppio intervento da Pongracic in tackle. Fagioli è fuori dal gioco, Mandragora e Cataldi non combinano, Zaniolo non aiuta. Così al 35’ Palladino porta Beltran più vicino al suo centravanti e sposta Fagioli a sinistra. Serve a poco, perché ad andare in vantaggio è il Como. Non su azione manovrata ma in contropiede. La Viola batte una punizione sulla trequarti, la difesa sputa e Caqueret lancia in campo aperto Diao, che corre più veloce di Mandragora e Cataldi e davanti a De Gea lo supera col piatto destro: quarto gol in sette partite per lo spagnolo. Gran colpo. Il Franchi mugugna, brutta Fiorentina.
magia nico
—Si riparte con gli stessi uomini. E anche la stessa Fiorentina piccola piccola. La Viola non si smuove, e dopo dieci minuti Palladino ricorre a Gudmundsson (che uscirà poi per un colpo all’anca) per Cataldi e Colpani per Zaniolo: Beltran diventa il centravanti, Gud il trequarti, Folorunsho l’ala sinistra. Ancora nulla. La partita dell’islandese dura poco: va giù male saltando di testa, prende un colpo alla schiena, uscirà al 29’ per Ndour, all’esordio. Il Como palleggia meno ma si difende con ordine, aggredisce e raddoppia contro una Fiorentina in confusione: Valle strappa palla a Colpani sulla trequarti, Da Cunha la rifinisce per Paz che controlla e calcia verso l’incrocio: 2-0 Como al 21’. Richardson e Parisi per Mandragora e Gosens non smuovono nulla, Douvikas e Kempf per Perrone e Dossena disegnano un Como 4-4-2, ma con Strefezza che arretra quasi stabilmente da quinto a destra. Diao crea un altro pericolo al 27’ da sinistra, stavolta De Gea alza in angolo. E di là? Butez se la passa tranquillo anche con il sole contro. L’unico tiro in porta della Viola è un colpo di testa di Folorunsho da troppo lontano. Sini finisce con Engelhardt e l’ex Ikone che rilevano Caqueret e Paz, poi Jack per Diao. I danni alla difesa avversaria ormai li avevano fatti.
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