Fagioli dalla Juve alla Fiorentina, i retroscena del colpo last minute

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Il regista alla Fiorentina, affare chiuso a dieci minuti dal gong. A un certo punto pareva fatta con De Zerbi, poi..

Le ultime 24 ore del mercato invernale sono state un intreccio di emozioni per Nicolò Fagioli, che ha lasciato la Juventus dopo 11 anni per trasferirsi alla Fiorentina. La svolta definitiva è arrivata solo alle 22,30, quando da Firenze è arrivato il quarto e ultimo rilancio per convincere gli uomini della Continassa. Da quel momento è stata una corsa contro il tempo, considerato che la procedura per il trasferimento – dopo la firme del calciatore negli uffici del club bianconero – è stata ultimata a 10 minuti dalla chiusura della sessione.

MARSIGLIA

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L’ultimo viaggio di Nicolò verso Torino è cominciato a ora di pranzo. Come di consueto, il calciatore era tornato a casa – a Piacenza – dopo la partita contro l’Empoli, in attesa di sviluppi sul proprio futuro. L’entourage aveva un accordo di massima con la Fiorentina da un paio di giorni, ma i segnali più forti per giungere al trasferimento erano arrivati da Marsiglia: De Zerbi lo stima da anni e lo aveva chiamato in tempi non sospetti, a fine novembre, spiegandogli il progetto tattico e lo svolgimento degli allenamenti. Il club francese offriva un po’ meno nella proposta d’ingaggio, ma nel corso della mattinata credeva di avere in pugno il calciatore: tanto da muovere i primi passi ufficiali con la Juventus.

LA CHIAMATA DI MAX

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Sulla strada verso Torino sono riaffiorati i ricordi più belli della vita in bianconero e sono maturati i primi dubbi sulla concreta possibilità di trasferirsi all’estero, lontano da casa. Tanto da non rispondere alle chiamate da Marsiglia e compromettere nel suo momento decisivo l’operazione. Retroscena: la dirigenza del Marsiglia ha raggiunto Fagioli con l’intervento amicale del suo ex allenatore, Max Allegri, al quale il ragazzo aveva chiesto consiglio sulla migliore scelta da fare in questo momento della sua carriera. L’ex allenatore della Juve ieri ha semplicemente indirizzato Nicolò verso la chiarezza: a quel punto, Fagioli ha chiamato De Zerbi, lo ha ringraziato per la fiducia dimostrata da inizio mercato e gli ha detto con trasparenza di avere dubbi sul trasferimento all’estero.

FIORENTINA

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Fagioli ha trascorso la serata alla Continassa, in attesa della svolta che è arrivata solo in serata: tra le 20 e le 21. La Fiorentina, consapevole di essere rimasta da sola nella corsa al calciatore, ha cominciato a rilanciare fino a raggiungere la totale intesa con la Juventus. In realtà, senza grande entusiasmo da parte di Giuntoli e del suo staff, per via di un’operazione interessante sul piano finanziario ma lontana dal suo potenziale massimo. La Juve ha accettato di liberare Fagioli per rispetto della sua volontà, perché ai margini delle scelte di Thiago Motta e non più connesso mentalmente al progetto stagionale. Nicolò non avrebbe mai pensato di lasciare così fino a poco tempo fa: si vedeva in maglia bianconera per tanti anni, confortato proprio dalla fiducia del club, ma voleva giocare di più per riprendersi anche un posto nella nazionale azzurra.

LA CHIAMATA DI PALLADINO

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Gli ultimi interventi decisivi sono stati quelli di Pradè e di Palladino. Il primo ha rassicurato il calciatore sul buon esito del trasferimento ancora prima di portare a termine l’asta, il secondo gli ha spiegato perché il progetto viola avrebbe potuto essere il più giusto in questo momento della sua carriera. Toccando tra l’altro le corde giuste per un’esperienza vissuta personalmente: Palladino è cresciuto nel settore giovanile della Juve e, dopo alcune stagioni in prima squadra da giovane aggregato in prima squadra (con ampie parentesi da protagonista proprio come Fagioli), ha proseguito altrove la sua carriera. Il tecnico viola era stato decisivo l’estate scorsa anche con Kean, che ora è tra i migliori attaccanti per rendimento della Serie A. Con Fagioli ha fatto la stessa cosa: in viola, tornerà a indossare la maglia numero 44.

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