Van Persie e l’Inter di Champions

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Il nuovo tecnico del Feyenoord, tornato nel club dove iniziΓ² e chiuse la sua carriera da giocatore, parla con ammirazione della squadra di Inzaghi: “La sua forza sta nelle transizioni”

Dal nostro inviato Filippo Conticello

Robin van Persie Γ¨ il figliol prodigo tornato a casa a 41 anni, ma anche il bambino nella stanza dei balocchi: il semplice stare qui, al De Kuip dove tutto Γ¨ iniziato, gli fa brillare gli occhi. E questa prima sfida di Champions da allenatore del β€œsuo” Feyenoord lo eccita particolarmente, anche perchΓ© davanti ha una avversaria considerata β€œtop level”: β€œLe grandissime squadre attaccano e difendono ad alto livello: l’Inter fa esattamente questo – ha detto il tecnico olandese in carica da dieci giorni appena -. È molto difficile segnare contro di loro, non a caso hanno subito solo una rete in Champions: dovremo stare attenti a non lasciare spazi perchΓ© hanno giocatori bravi in ogni reparto. Il sistema di Inzaghi, poi, Γ¨ un problema da affrontare per tutti, i suoi giocatori sembrano essere dovunque, con velocitΓ  e tecnica: questo Γ¨ un punto di forza, ma paradossalmente puΓ² anche diventare un punto debolezza, anzi puΓ² essere proprio l’aspetto decisivo della partita”. Proprio qui, tra le pieghe della battaglia tattica, che il pensiero si fa piΓΉ interessante: “Credo che avremo un po’ piΓΉ di palla, ma questo non significa necessariamente che creeremo piΓΉ occasioni. SarΓ  importante stare attenti alle transizioni perchΓ© la forza dell’Inter sta in quei momenti”. Un pensiero speciale, poi, Van Persie lo ha dedicato a un altro figlio di Rotterdam e di questo club che, perΓ², domani sarΓ  sul fronte opposto: β€œStefan De Vrij lo ricordo quando arrivΓ² qui da noi, era un ragazzo molto desideroso di imparare. Voleva sapere delle partite che avevo giocato in carriera e come avevo affrontato certe situazioni”.

ricordi e infortuni

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L’Inter, poi, Γ¨ il ricordo di una storica semifinale di Uefa 2002 in cui i nerazzurri di Cuper andarono a sbattere e il giovane Robin iniziava a fiorire: “Ricordo bene, entrai dalla panchina in entrambe le gare: l’Inter era fortissima, aveva gente come Ronaldo, Seedorf, Zanetti. Feci un assist, un β€˜trick’ alla Zidane e mi infortunai pure, tutto insieme. All’epoca avevo dolore all’inguine, ma volevo comunque giocare. Non lo dissi al mio allenatore, e se oggi qualche mio giocatore lo facesse con me non sarei contento. Alla fine, difendendo bene e con un po’ di fortuna, passammo noi. Speriamo di ripeterci anche stavolta”. Questa, perΓ², Γ¨ Champions League con ancora fresco il ricordo di un’altra milanese appena caduta tra i canali di Rotterdam: β€œVedendo questi ragazzi eliminare il Milan ho fatto un salto davanti alla tv: Γ¨ stato un momento meraviglioso per il Feyenoord. Adesso non vedo l’ora di riprovare la magia del De Kuip in una notte speciale”. I 13 infortunati, perΓ², azzoppano i sogni e complicano la scelta degli 11, anche se l’argentino Carranza, il giustiziere del Diavolo seduto accanto a lui in conferenza stampa, minaccia fuoco e fiamme: β€œNon parliamo degli infortuni nella quotidianitΓ  – ha aggiunto Van Persie -. Dobbiamo pensare a far giocare bene chi c’Γ¨, il nostro obiettivo Γ¨ quello: sono contento di quello che vedo, del modo e del ritmo in cui ci si allena. Siamo pronti, gli infortuni non saranno affatto una scusa, anche se stiamo cercando di capire quale sia il filo conduttore che ha portato a questa situazione”.

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