Il Lecce naufraga a “Marassi”: il solito Krstovic non basta, l’ asse Malinovsky-Miretti regala la vittoria al Genoa. Per la salvezza ora si fa dura.

di Danilo Sandalo

Quarta sconfitta consecutiva per il Lecce di Marco Giampaolo che a Genova cede ancora per 2-1 ai padroni di casa del Genoa. Una gara caratterizzata da due costanti fondamentali quanto evidenti, ossia la pioggia battente e l’ inconsistenza dei giallorossi per tutto il primo tempo e, perchè no, anche uno stralcio di inizio del secondo.
Un atteggiamento inaccettabile per una squadra che si deve e vuole salvare e che, al di là dei limiti tecnici, ha dimostrato ancora una volta di essere impantanata a cercare di eseguire il “compitino” preparato in settimana come farebbe un bravo scolaro (o peggio ancora un ragioniere o un impiegato statale qualsiasi) che si prepara per l’ interrogazione o per l’ esame ma poi rimane in bambola quando l’ insegnante gli fa una domanda che discosta un pò dal contesto.
A tutto questo possiamo aggiungere la serata di grazia di Malinovskyi e Miretti che realizza si due splendidi gol, ma che non sarebbero certamente arrivati se il Lecce fosse sceso in campo con un atteggiamento degno e maturo, un modo di fare operaio per intenderci che è l’ unico modo di potersi fare capaci della propria situazione, rimboccandosi le maniche per affrontarla e provare a venirne fuori.
Purtroppo i ragazzi di Giampaolo, questo modo di interpretare e di essere non solo non lo hanno, ma forse non fa parte del proprio repertorio caratteriale e senza questo elemento difficilmente si può venire a capo dei problemi e questo il mister lo sa benissimo e dovrebbe essere un elemento sul quale lavorare da subito, perchè essere belli è importante ma essere concreti è indispensabile.
Serate come quella di ieri a “Marassi” si dice che vadano subito dimenticate, invece deve essere il contrario per tenere bene a mente l’ opaca prova e spettacolo offerto per potersi migliorare e superare le difficoltà, capire i punti deboli e quelli di forza da cui ripartire.

Nel secondo tempo per il Lecce va un pò meglio con Krstovic che trova il gol su rigore e Karlsson che impegna Leali con un tiro da fuori, ma tutto ciò non basta per riequilibrare una gara importante per la classifica e per il morale, ma il punto cruciale rimane lo stesso di inizio stesura dell’ articolo, ossia le motivazioni per cui il Lecce è rimasto in bambola per tutto il primo tempo( e una parte di inizio secondo) lasciando al Genoa la possibilità di agire incontrastato, adottando una sudditanza psicologica nei confronti dei rossoblù neanche fossero il Barcellona o il Real Madrid, senza nulla togliere alla qualità sia dei singoli sia del collettivo che la squadra di Patrick Vieira ha saputo e sa esprimere molto bene.
E’ questo il vero enigma, la vera quanto triste incognita, su cui Giampaolo (e non solo) dovrà lavorare in questo tempo per poter arrivare a giocarsi un finale di stagione che, dati alla mano, era ed è alla portata di Baschirotto e compagni a patto che ci sia la consapevolezza e l’ umiltà di riconoscere i propri limiti facendone di necessità virtù.

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