Furlani a Milanello: protegge Conceicao e rilancia su Europa e derby di Coppa Italia

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Il club si è dimostrato vicino alla squadra e all’allenatore portoghese prima di un finale di stagione di fuoco

Giornalista

A segnare il destino di Stefano Pioli, esattamente un anno fa, fu una primavera molto più fredda delle temperature previste: la distanza dallo scudetto abissale, la Champions salutata ai gironi e l’Europa League persa nel derby italiano con la Roma. All’orizzonte nemmeno la Coppa Italia: l’Atalanta era passata a San Siro nei quarti di finale. Una luce da derby? Nemmeno. Anzi, il titolo della seconda stella consegnato all’Inter nello scontro diretto. Buio totale. Per rifiorire il Milan ha provato ad affidare il nuovo corso a un allenatore straniero, prima Fonseca e ora Conceiçao. A lui l’ad Furlani ha trasmesso il suo messaggio, in un colloquio privato a Milanello, con l’invito a trasmettere lo stesso a tutto il gruppo. 

Il club vicino

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Al centro sportivo rossonero il clima è rimasto rigido: – 17 dall’Inter capolista, – 6 dal quarto posto, -5 dall’Europa League. Ci sono però margini per riscaldare il finale: la risalita europea ripartendo da Napoli, seconda cima più alta d’Italia, e il doppio derby di Coppa Italia. Ricordare alla squadra il valore della qualificazione alle coppe internazionali, mostrare personalmente la vicinanza e l’appoggio della società, chiedere un finale da protagonisti per meritarsi la conferma rossonera, e ovviamente un appello all’unità: per tutti questi motivi l’ad Giorgio Furlani, l’uomo delle scelte, è stato ieri mattina al centro sportivo. Il suo campo è solitamente Casa Milan, sede amministrativa: per il primo allenamento della squadra al completo dopo gli impegni nazionali ha scelto di esserci. Con quindici giocatori in giro per l’Europa e per il mondo, il Milan è stato il club italiano più rappresentato nelle partite internazionali degli ultimi giorni: la stessa squadra è però nona in campionato, una classifica decisamente più provinciale. Per esigenze tecniche, economiche e di visibilità la qualificazione alle coppe europee è determinante: la Champions è considerata l’ambiente naturale, ma andrebbe bene anche una stagione di adattamento in Europa League. Un territorio in parte inesplorato: è l’unico trofeo che manca alla bacheca rossonera, motivo per cui può esercitare un certo fascino. Le circostanze sono diversissime, per incassi e appeal, ma l’importante è non restare chiusi fuori. Primo comandamento dell’ad. 

Alzare un altro trofeo

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Tra le strade che portano in Europa c’è anche quella che passa dalla vittoria della Coppa Italia: il cammino riprenderà dalle semifinali contro l’Inter, una sola viaggerà per Roma, sede della finalissima, e da qui avrà comunque l’ingresso garantito in Europa League. I derby stagionali sono andati bene, una ventata d’aria calda: il successo nella partita d’andata in campionato, quella in rimonta in Supercoppa (e il trofeo che viene infiocchettato di rossonero) e il pari nella seconda sfida in A. Ora un nuovo dentro o fuori: per l’andata in”casa” Milan lo stadio non è ancora esaurito, anzi. Un successo alla ripresa del campionato potrebbe alimentare l’entusiasmo. Il Milan sarà ricevuto dal Napoli e batterlo significherebbe fare un favore all’Inter, lanciando la concorrenza nerazzurra al secondo titolo italiano consecutivo. Soprattutto, sarebbe fare un favore a se stessi: per la classifica e per provare a rendere l’ambiente sempre più caloroso. “Gli altri rallenteranno, se noi facciamo il nostro lavoro, possiamo centrare gli obiettivi”, la sintesi del discorso di Furlani a Conceiçao. Per questo il gruppo ha l’obbligo di seguire l’allenatore, che con le ultime due rimonte ha riguadagnato consensi. Il club, sempre con Furlani in testa, prepara un progetto di rilancio da condividere con un ds e un nuovo tecnico. Difficile che Conceiçao resti, anche riuscendo nell’impresa di piazzare la bandiera rossonera in zona Champions. In ogni caso, mai dire mai. Motivo per cui anche il tecnico resta sotto esame. Furlani gli ha rinnovato la fiducia, con la preghiera di non farsi distrarre dalle voci. 

Orgoglio

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Da tutti la società si aspetta uno scatto in più, sul campo e nell’orgoglio. A livello fisico sono tutti a disposizione: tranne Emerson Royal ma con Gimenez regolarmente arruolabile. E’ sullo spirito di squadra e sull’unità del gruppo che Furlani ha voluto far leva. Le valutazioni sul futuro saranno fatte tenendo presente non solo il talento, ma anche la volontà e l’applicazione. E solo chi dimostrerà di possedere entrambe, potrà far parte della rosa del futuro. E’ il requisito base: le valutazioni dell’allenatore e del diesse saranno un passaggio successivo. E il criterio si applica a tutti: a chi ha dimostrato di avere dei grandi colpi (Leao), a chi ancora più ha fatto la storia della fascia sinistra (Theo, terzino recordman di gol in A), a chi è arrivato al Milan da poco (Pavlovic) e chi, giovane come Jimenez, deve dimostrarsi abbastanza grande da meritare spazio in prima squadra. C’è tempo per dimostrarsi all’altezza. L’ad sceglierà il nuovo dirigente sportivo di riferimento non prima di Pasqua: sarà poi il tempo di decidere l’allenatore e più tardi ancora di fare mercato

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