Dal padre senegalese ha ereditato il lato guerriero e l’amore per il calcio: già uomo mercato, lo svizzero non aveva mai segnato tanto in carriera. Grazie al lavoro fatto a Casteldebole anche sull’istinto
Volere è potere. Così dicono. Dan Ndoye voleva per sé un mondo di gol. Gli dicevano: ehi ragazzo, tu sei bravo, ma i gol, i gol quando li fai? Ne sbagliava di facili. Alcuni ai confini della realtà. Adesso segna anche di tacco, come lunedì sera al Dall’Ara, in una notte da orizzonti di gloria per il suo Bologna, uno schiaffo agli scettici. A fine partita Ndoye ha scrollato le spalle: “Ho sentito che la palla arrivava bene ma era leggermente indietro: l’unico modo per colpirla era provarci di tacco e l’ho fatto. È andata bene e sono molto contento”. I commenti alla prodezza andata in mondovisione li hanno fatti gli altri. MaraDan. Fenomeno. De que planeta viniste? Facile adesso. Il mercato si è già scatenato e le…