La botta al piede è ormai smaltita. Con i nerazzurri ritorna pure Odgaard
Nello Zola Predosa non ci sono un Acerbi o un Bastoni. Però il rapporto di Santiago Castro col pallone – e con i contrasti e la lotta da campo – è migliorato esponenzialmente e sta visibilmente trovando un equilibrio giusto, quindi il senso della solita battaglia. Nell’amichevole che ieri mattina il Bologna ha fatto a Casteldebole contro la squadra di Eccellenza hanno giocato un tempo sia Odgaard e sia Castro, che ha anche realizzato una doppietta. Dice: e allora? Semplice: Santiago vede e vuole l’Inter. Oggi il Bologna sta cercando di recuperare al meglio chi è acciaccato o in dubbio, i giocatori lavorano anche quando potrebbero riposare, non a caso dieci giocatori sono andati a sgobbare – chi sul campo e chi con terapie – anche lunedì scorso, quando c’era da “santificare” il giorno libero post-Atalanta. Qui sta il concetto: fermo restando che per la volata finale non si trascura nessuno e tantomeno l’ipotesi di ricaduta, ecco che il Bologna vuole comunque lavorare anche sui dolorini e quegli stessi acciacchi. È una sorta di patto per l’Europa. Stringere i denti, si dice. E tutti lo fanno. Nessuno escluso. Perché tutti sentono di poterlo e volerlo fare. Compreso Santiago Castro.
STAFFETTA
—Nonostante i “de profundis” post-ko contro la Dea, il Bologna sta ritrovando due dei suoi effettivi più importanti: mancano ancora Skorupski e Ferguson (per restare sull’asse centrale del campo; oltre a Calabria e Casale) ma il danese e l’argentino sono carte da mettere sul tavolo. Anche da subito. Odgaard gestisce l’infiammazione e la percentuale circa la sua presenza in campo a Pasqua sale in maniera netta. E Castro? Elemento imprescindibile: per come è e per come il gioco che si srotola durante l’arco di una gara con la sua presenza. Castro sta via via smaltendo quella botta al piede subita in allenamento sognando l’esordio con l’Argentina: il debutto non c’è ancora stato ma per Scaloni e chi lo conosce bene è solo questione di tempo. Di star bene. Quel pestone procura ancora fastidi: ma il tempo sana, anche gli ematomi più fastidiosi. Così, Castro mira l’Inter. Sarà ancora una volta staffetta con Dallinga? Può essere, anche perché pochi giorni dopo ci sarà il ritorno di Coppa Italia contro l’Empoli e ovviamente qualcuno la semifinale di ritorno dovrà pur giocarla… L’ultima volta che Bologna e Inter si sono incontrati, Castro ci ha messo solamente 16’ a farsi notare. Nel tempio di Lautaro, una botta da fuori area di Moro venne indirizzata sul primo palo proprio da Santiago. Quella fiammata portò il Bologna sullo 0-1, poi finì 2-2: ma la sostanza é che se c’era bisogno di un “pass” per San Siro, beh, eccolo lì. E sul mercato, poi, si vedrà.
Destino e Mancio
—Detto che è la quinta volta in cui Bologna e Inter si incontreranno nel giorno di Pasqua (finora, due vittorie a testa), va segnalato che Castro ha realizzato otto gol in questo campionato e l’ultimo giocatore del Bologna che ha fatto meglio prima di compiere 21 anni in una stagione di Serie A è stato Roberto Mancini, arrivato a 9 nel 1981-82. Ma c’è un’altra curiosità che Santi si porta dietro e cioé che l’esordio assoluto in Italia avvenne il 9 marzo e proprio contro l’Inter: era arrivato dall’Olimpiade con l’Under 20 argentina, sostituì Joshua Zirkzee, vinsero i nerazzurri ma l’idea di riprendersi tutto da quel giorno in Santiago c’è, è un pensiero forte. All’andata ammutolì per un po’ San Siro, adesso deve riprendere a segnare al Dall’Ara: non succede da un mese, dal 16 marzo, anche se poi – dopo – è stato fermo per squalifica, per il piede giocando solo 13’ complessivi. Insomma: Italiano ha Santi. Ora sta a lui decidere se staffettarlo con Dallinga prima o dopo. Il dubbio sta tutto qua. Il resto si capirà nelle prossime ore e soprattutto a Pasqua: da Santificare, “esse” maiuscola.
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