Mattia Almaviva, dalla fascia di Totti a stella della Primavera della Roma

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Otto anni fa fu protagonista dell’addio al calcio del fuoriclasse, con una sua tripletta lampo all’Udinese i giallorossi sono ai playoff

Tre gol in meno di dieci minuti, numeri che in Primavera si vedevano ai tempi di Francesco Totti. E quindi chi poteva riuscirci se non il predestinato scelto dallo storico capitano? Mattia Almaviva, classe 2006, questa mattina ha realizzato una tripletta da sogno contro l’Udinese nel 9-0 della Roma che ha permesso ai giallorossi di staccare il pass per i playoff scudetto. Ma il suo nome non è nuovo ai tifosi romanisti. 

predestinato

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C’è stato un giorno, nel maggio di otto ani fa, in cui Mattia è diventato il bambino di undici anni più invidiato e famoso d’Italia. Lui, baciato da Totti nella serata del suo addio al calcio: a centrocampo in un Olimpico stracolmo di emozioni e lacrime, Francesco si toglie la fascia dal braccio e gliela lega, lo abbraccia e gli sussurra qualcosa all’orecchio. Come se fosse un passaggio di consegne. La storia fece il giro del mondo. Almaviva fu travolto di richieste di interviste, ma a 11 anni preferì pensare al calcio e al suggerimento di Totti che lo prese sotto la sua ala protettiva prima del passaggio all’agenzia di Pastorello. Otto anni dopo eccolo qui, stella della Primavera di Falsini che si giocherà lo scudetto e con il sogno di approdare in prima squadra. In realtà Almaviva ci era già riuscito, grazie a un’altra bandiera: Daniele De Rossi. L’ex tecnico della Roma lo ha messo in campo a Perth, contro il Milan di Giroud e Theo Hernandez in un’amichevole post campionato della scorsa stagione.

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