Quell’incredibile partita del 1996 tra Italia e Spagna Under 21 da cui Inzaghi potrebbe trarre esempio…
Vincere all’Olimpico di Montjuic di Barcellona contro una squadra nettamente favorita, in una bolgia scatenata? Le istruzioni per l’uso le ha lasciate in eredità il grande Cesare Maldini. Maggio 1996. Finale dell’Europeo Under 21 contro una Spagna stellata: Raul, De la Pena, Oscar, Roberto, Morientes… Infatti, alla vigilia, sorride di certezze perfino il truce Andoni Goikoetxea, il Macellaio di Bilbao che brutalizzò Maradona, ct con Javier Clemente. Maldini aggiunge un difensore: da 4 a 5. Paura? Macché… Buon senso che non esclude il coraggio.
IMPRESA
—Infatti, al calcio d’inizio, le furie siamo noi. Occasioni per Brambilla e Panucci, vantaggio già al 12’ su autogol. La Spagna reagisce furibonda, spinta dal suo popolo e dall’arbitro Benko che caccia Amoruso scambiandolo per Nesta al 36’. Raul pareggia 6’ dopo. Secondo supplementare in nove perché l’austriaco espelle pure Ametrano. Resistenza eroica sulle barricate. Cesare, figlio del Paron, ammira commosso. Anche noi abbiamo i nostri astri (Nesta, Cannavaro, Totti), ma la mediana è umanissima: Ametrano, Brambilla, Tommasi. Calci di rigore. Pagotto fa il Buffon, sua riserva in panchina, e para sia Raul che De la Pena. Morfeo, il più giovane, chiede di calciare l’ultimo e lo imbuca. Trionfo.
LE CHIAVI
—Riassumendo. Come essere felici al Montjuic? Buon senso, coraggio e la sfrontatezza di Morfeo. Chi ha talento, brilli; chi è Pagotto, si faccia Buffon; chi è Brambilla sprema il cuore. Spiegò Maldini: “Calcio vecchio il mio? Esiste un calcio solo che esalta sacrificio, carattere, sudore e richiede intelligenza e adattamento”. Inzaghi prenda nota.
© RIPRODUZIONE RISERVATA