L’esperimento cominciò nel 1955 con 10 fischietti austriaci, poi arrivarono slavi, greci, francesi, turchi… All’inizio erano visti con curiosità, poi con sospetto. E a un certo punto scoppiò il caso Guigué
Quando nel 1955 i tanto invocati arbitri stranieri sbarcarono in Serie A, Maurizio Sarri – che in queste ore ne reclama l’utilizzo – non era ancora nato. E no, l’esperimento non andò poi così bene. Al via del campionato 1955-56 l’Associazione italiana arbitri, su innesco del presidente Romolo Ronzio, arruolò ben dieci arbitri, tutti austriaci. La volontà era certamente quella di rispondere alle polemiche striscianti – toh, allora i veleni nei confronti degli arbitri non sono una novità – che i club muovevano alla classe arbitrale italiana, ma ancora di più c’era la necessità di aprirsi al mondo, o perlomeno all’Europa. Di mescolare le competenze specifiche e di equiparare gli arbitraggi. Fu un…
