Mihajlovic morto, il ricordo di Di Caro: “Amico coraggioso e leale”

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Non mollava mai, anche negli ultimi giorni studiava calcio e faceva piani: “Andiamo a Londra a trovare Conte”

Andrea Di Caro

Ora che sei già lì, voglio immaginarti com’eri, guascone e sorridente, in calzoncini e maglietta attillata a evidenziare quei bicipiti e quegli addominali di marmo, per quanto erano duri, con un pallone sotto al braccio. Si fa avanti Diego: “E tu che ci fai qui?”. “Sono venuto a sfidarti… Chiama Yashin o chi vuoi tu per stare in porta. Con la barriera o senza, non fa differenza. Diego, tu sei stato il più grande, ma a calciare le punizioni non esiste un sinistro come il mio”. Mentre prendi la rincorsa voci d’angelo intonano i cori delle curve del tuo cuore: “Pobedi Sinisa” (Vinci Sinisa), “E se tira Sinisa è gol…”. Spiegherai anche lassù che hai sbagliato più rigori che punizioni e come cambiavi all’ultimo il modo di tirare in base al movimento del portiere. Prenderai per il culo qualcuno dopo averne…

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