Decisiva la velocità dei soccorsi, importante il valore del potassio: nei prossimi giorni altri accertamenti per stabilire le cause e il futuro in campo del centrocampista viola
Bisognerà aspettare ancora qualche tempo prima di aver un quadro chiaro di che cosa sia accaduto domenica al Franchi a Edoardo Bove, un quadro che permetterà poi di comprendere quale sarà il suo futuro sportivo. Per il momento, dal punto di vista medico, ci sono le prime certezze e una serie di ipotesi.
Che dopo aver perso conoscenza in campo, durante Fiorentina-Inter, il giocatore è stato trasportato di corsa al Careggi di Firenze e i primi “accertamenti cardiologici e neurologici hanno escluso danni acuti a carico del sistema nervoso centrale e del sistema cardiorespiratorio”. Dopo aver passato una “notte tranquilla”, ieri mattina Bove è stato estubato e ha risposto alle domande dei medici. “È sveglio, vigile ed orientato”. La prima diagnosi parla di aritmia per “torsione di punta”, una forma di tachicardia ventricolare che si sviluppa in soggetti affetti da un particolare disturbo dell’attività elettrica del cuore e con un cosiddetto intervallo QT lungo (è così chiamata per l’allungamento dell’intervallo tra due onde, Q e T, dell’elettrocardiogramma, cioè tra il momento in cui comincia la contrazione dei ventricoli e quello in cui si conclude la ricarica elettrica che avviene dopo ogni battito). Quello che appare chiaro arrivati a questo punto è che l’arresto cardiaco di Bove sia stato provocato da un’aritmia ventricolare maligna.
2) La parola “maligna” fa paura, che cosa intendiamo?
Si tratta di un’aritmia che porta il cuore a fermarsi, di conseguenza può esserci lo svenimento e la momentanea assenza di polso.
3) È stato usato il defibrillatore?
Non in campo, ma dovrebbe essere stato usato in ambulanza andando dal Franchi al Careggi.
4) Quali possono essere le cause in un atleta di 22 anni?
Sono diverse, ma negli atleti professionisti – che sono controllatissimi con elettrocardiogramma anche sotto sforzo obbligatorio per avere l’idoneità – molto spesso certi episodi sono conseguenza di patologie più subdole che si evidenziano solo con controlli non di routine, come ad esempio cardiomiopatie aritmogena o ipertrofica, anomalie congenite delle coronarie o patologie infiammatorie.
5) Bove aveva il potassio basso. Questo in che modo può aver inciso?
In alcuni casi l’ipopotassiemia (appunto il valore del potassio basso) può portare al QT lungo e all’arresto cardiaco, ma molto raramente da sola ha conseguenze così gravi.
6) In quali casi Bove potrebbe tornare a giocare?
Potrebbe accadere se il problema fosse limitato al potassio basso, ma come dicevamo è un caso molto raro. Ci sono poi patologie evolutive che possono guarire: abbiamo citato le miocarditi, queste in fase attiva possono dare aritmie anche gravissime, ma poi “passano”. Un altro caso potrebbe essere un’anomalia congenita delle coronarie, che si potrebbe risolvere con un intervento chirurgico. Ma sono molte, anzi al momento sono di più, le patologie che se riscontrate bloccherebbero Bove. Se fosse – ad esempio – una cardiomiopatia aritmogena andrebbe tenuta sotto controllo nel tempo valutando anche la possibilità di impiantare un defibrillatore. Circostanza che ovviamente porterebbe all’impossibilità di giocare. Gli accertamenti dei prossimi giorni diranno qualcosa in più.
7) Se quello che è accaduto a Bove al Franchi fosse accaduto mentre prendeva un caffè al bar, l’esito rischiava di essere diverso?
Decisamente sì. L’arresto cardiaco extraospedaliero ha una mortalità altissima, così come sono decisamente più alte le probabilità di conseguenze neurologiche visto il lungo tempo in cui il sangue non raggiunge il cervello. Fortunatamente lo sport agonistico prevede per legge la presenza di personale sanitario esperto e di defibrillatori che hanno permesso di intervenire immediatamente sul centrocampista viola. In un posto diverso, senza possibilità di soccorso in tempi brevissimi, il rischio di non sopravvivere sarebbe stato altissimo. Va detto però che esistono delle patologie, come la già citata cardiomiopatia aritmogena, che in situazioni di sforzo intenso hanno più probabilità di presentarsi.
8) Era davvero impossibile diagnosticare certi tipi di problemi?
Come dicevamo, anche un atleta professionista come Bove se non ha avvertito alcun tipo di problema si limita a fare i – tantissimi – esami di routine previsti in Italia per avere l’idoneità. E molti non rivelano patologie specifiche.
9) Non resta che aspettare quindi?
Giusto. Nei prossimi giorni verranno effettuati nuovi accertamenti per stabilire le cause di quanto accaduto. E capiremo davvero cosa ha avuto e cosa accadrà a Edoardo Bove.
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