Cristiano Lombardi ha lasciato il calcio in estate dopo sole 16 partite negli ultimi 4 anni, e ora fa il vice allenatore della Lazio U18: “Ho sfiorato la depressione, a giocare ancora ci penso, ma ora vorrei bruciare le tappe. Vi racconto Simone tra cene e giacche rotte”
Il soffitto di casa Lombardi è un via vai di immagini. Ogni mattina Cristiano incrocia le mani dietro la testa e guarda in alto a caccia di foto: lui che segna all’esordio in Serie A contro l’Atalanta, lui che regala a Inzaghi il primo titolo da allenatore con una tripletta, lui che gioca la numero dieci dell’Italia Under 18, lui che si diverte all’Olimpico, a San Siro o a magari ad Anfield. Lui che gioca dieci anni nella Lazio e ne diventa una bandiera. Un via vai di sogni realizzati e altri sfumati. “Di notte immagino di essere ancora dentro uno stadio”. Lombardi, il primo capocannoniere di Inzaghi cresciuto nella Primavera biancoceleste, ha smesso di giocare a 29 anni dopo tre stagioni di infortuni e malumori. Da un paio di mesi fa l’assistente allenatore di Francesco Punzi nell’Under 18 della Lazio, la squadra che l’ha preso bambino e non l’ha mai mollato.