Camarda sciupa, Anguissa non perdona: Napoli corsaro a Lecce e ancora primo in classifica

di Danilo Sandalo

Uno stacco imperioso di Anguissa al 69′ del secondo tempo permette al Napoli di mettere il sigillo sull’ anticipo del “Via del Mare” e di battere per 1-0 un Lecce che tutto sommato non avrebbe meritato la sconfitta, almeno non del tutto per quello che era riuscito a far vedere durante l’ arco della gara, dove aveva dimostrato una più che discreta tenuta del campo e dei campioni d’ Italia in carica.
Il Lecce sarebbe addirittura potuto andare in vantaggio con un rigore assegnato a inizio ripresa e parato da Milinkovic-Savic e, chissà forse lo avrebbe potuto mantenere fino alla fine portando a casa i tre punti.

L’ episodio chiave, infatti, sta proprio in questo frangente quando al 55′ minuto del secondo tempo l’ arbitro assegna un rigore al Lecce in seguito alla revisione al VAR segnalando un tocco di mano di Juan Jesus su colpo di testa di Gaspar.
Sul dischetto si presenta, con una buona dose di incoscienza tipica della giovane età, Francesco Camarda che si fa parare un rigore tirato non proprio benissimo permettendo all’ estremo difensore serbo del Napoli di potersi esaltare in tutte le sue doti fisiche e tecniche.
Un errore che costerà carissimo al Lecce e che mette Conte nelle condizioni di correre ai ripari per cercare di affondare il colpo decisivo inserendo McTominay, Hojlund e Spinazzola al 62′ minuto.
Tre cambi che risulteranno fondamentali, difatti passano appena 7 minuti e il Napoli passa in vantaggio con un grandissimo colpo di testa del centrocampista camerunense Zambo Anguissa che batte Falcone e regalare tre punti che permettono di consolidare il primo posto in classifica e di interrompere il mal di trasferta degli uomini di Antonio Conte che tra campionato ed Europa durava ormai da quattro partite consecutive.

Il Lecce, dal canto suo, nonostante aver contenuto il Napoli non può ritenersi soddisfatto nè del risultato nè della prestazione e ancora una volta anche dall’ atteggiamento assunto perchè, sebbene i rigori si possano sbagliare, e nessuno si sente di condannare un ragazzo giovanissimo come Francesco Camarda, permettere di calciare un pallone così pesante vista l’ inesperienza soprattutto caratteriale del calciatore è come mandarlo al patibolo con tutte le conseguenze e le ricadute psicologiche che potrebbe avere questo episodio.
Il processo di crescita di questo ragazzo deve avvenire gradualmente senza affidargli responsabilità troppo grandi o avere aspettative esagerate perchè questo significherebbe fare un grosso danno, seppur involontario, al giovane Camarda oltre che risultare diabolico ai fini degli obiettivi stagionali che squadra e società si sono prefissati e che sono quelli di raggiungere la salvezza.

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