La maggioranza dei giocatori dell’Inter ha trascorso diversi minuti davanti al proprio pubblico, grato a sua volta per la stagione della squadra. Le assenze di Vidal e Sanchez, i pianti di Dimarco e Lautaro, le parole al miele da Ranocchia: “Speravo di finire in maniera diversa. Il calcio è questo e non va sempre come uno vuole”
La festa è altrove, ma al triplice fischio di Di Bello il Meazza assiste ad un rito laico che dice molto dell’Inter in generale e soprattutto di questa stagione. Perché lo scudetto va al Milan, ma la gente nerazzurra centra l’ennesimo tricolore del tifo (oltre 1 milione 125mila presenze stagionali) e vive l’amarezza finale in due modi molto diversi. Gli spalti infatti dopo l’intervallo non erano più stracolmi. Qualche migliaio di tifosi aveva preferito evitare gli imbottigliamenti da rientro e… da festa rossonera. Ma la stragrande maggioranza che è rimasta, oltre a tre gol bellissimi quanto inutili, ha colto il momento dell’orgoglio. In un momento…