“Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire un’identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare…A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E’ un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.” – Pier Paolo Pasolini –
Il Matino, pur avendo dimostrato nelle scorse settimane di avere grandi valori e rispetto di avversari, tifosi e addetti, purtroppo non riesce nella difficile impresa di evitare la retrocessione in Eccellenza dopo un solo anno di permanenza in Serie D.
Una sconfitta che sancisce la fine di un’ annata per certi versi disgraziata che, tra sfortuna, inesperienza, errori, qualche torto arbitrale (ricordiamo la gara casalinga contro il Casarano, dove l’ arbitro riuscì a far peggio del suo più famoso collega Byron Moreno causando di fatto la sconfitta del Matino, senza nulla togliere al successo dei cugini ovviamente), la mancanza di una struttura adeguata per sostenere gli allenamenti e le gare casalinghe (ricordiamo che per tutto l’ anno la squadra ha giocato le proprie partite a porte chiuse presso Heffort Sport Village di Parabita oppure a porte aperte al “Comunale” di Ugento) e altri episodi che per motivi di tempo e spazio non stiamo ad elencare, ha visto la squadra entrare in un girone infernale dal quale non è riuscita più a tirarsi fuori, nonostante un avvio di campionato più che discreto.
Nel girone di ritorno le cose sono andate un pò diversamente ma il tempo come si sa è risaputo che sia tiranno e pertanto non è stato possibile cambiare il destino.
Ma le sconfitte non devono essere vissute solo come bocciature, anzi non dovrebbero essere neppure considerate tali, ma al contrario come momenti di crescita sulle quali costruire il futuro avvalendosi degli errori commessi.
Nella sconfitta si può cogliere l’ essenza della vita e delle persone che ti circondano perchè come si sa “salire sul carro dei vincitori” è l’ ambizione di tutti, mentre nelle sconfitte questo avviene difficilmente e solo in pochi sono pronti a condividere i dolori allo stesso modo delle gioie.
La vittoria dello scorso campionato di Eccellenza, così come quelle ottenute in questi anni, resta il momento più bello ed esaltante di questo percorso e rimarrà per sempre indelebile nei cuori e nelle menti di ogni sportivo e non della città che nessuno potrà mai cancellare.
Ora la speranza è quella di ripartire portando con sè non solo il valore delle vittorie ma anche quello di questa grande sconfitta come segno di orgoglio da trasmettere alle nuove generazioni che, volente o nolente, rappresentano il futuro di tutti noi.
Per la cronaca la partita ha visto il Bitonto andare avanti di ben 4 gol nel primo tempo grazie alle marcature di Santoro, Addae, D’ Anna e Stasi. Nel secondo tempo è Stauciuc ad accorciare le distanze prima del rigore di Lattanzio che batte l’ esordiente Giorgio Caputo fissando il punteggio sul definitivo 5-1 per i nero verdi.
Danilo Sandalo