Eziolino Capuano, tecnico del Taranto, dopo il successo sul Potenza si è presentato in sala stampa: “Noi cerchiamo di preparare le partite in funzione di quelli che sono i nostri codici, i nostri segmenti tattici. Ma essendoci partite ravvicinate, in base alle qualità dell’avversaria. Volevamo costringerli a giocare nella zona sinistra, portando una pressione alta, cercando di coprire la loro verticale perché sono bravi in avanti. Nel primo tempo eravamo messi male, poi abbiamo recuperato. Sono contento perché abbiamo segnato su uno schema provato e riprovato. I ragazzi sono arrivati in condizioni veramente al limite. Abbiamo sofferto e portato la partita in porto in maniera strameritata. Loro hanno avuto qualche occasione ma davanti sono tanta roba e lo sapevamo. Noi volevamo andare a segno e siamo stati bravi a sconvolgere la partita, non solo attraverso i cambi ma anche rompendo la linea con il quinto”.
Sulla zona playoff: “Il merito è solo dei ragazzi, sicuramente la classifica non la guardo perché il mio obiettivo è salvare il Taranto. Non facciamo voli pindarici ma è normale che ci fa piacere: i numeri sono impressionanti. Se domandassi al più ottimista di voi una squadra che aveva preso sette gol nelle prime due partite e che nelle ultime cinque prende un gol, non si può non leggere una maturazione nella squadra. Non solo in fase difensiva: è la seconda volta che siamo in vantaggio e tolgo un trequartista per mettere una punta. Dicono che Capuano è difensivista: in realtà provo a leggere le partite, ho provato ad allungare la squadra perché il trequartista era stanco e non riusciva più a legare. È stata una mossa forse azzardata ma alla fine è stata giusta. Ma la vittoria è di chi va in campo, io c’entro poco e nulla”.
Sul lavoro di Capuano: “Provo ad aiutarli, a motivarli anche nell’immediatezza della gara. Questi ragazzi possono essere tutti figli miei: una squadra giovane deve identificarsi in un totem: non colui che impone ma colui che inconsciamente attrae su di sé un interesse illimitato. A prescindere se fai l’allenatore, se lavori in banca o se vendi le pentole. Questa squadra onestamente si identifica in me: è una squadra capuanizzata. Questo è solo un punto di partenza: il cammino per salvarci è molto lungo e tortuoso”.
Fonte:TuttoC.com