Domenica in casa del San Marco si è disputata la sfida contro il Manfredonia, conclusasi con 1-2: Achik al 4′ riusciva a metterla dentro su un cross dalla destra dopo una clamorosa traversa, al 35′ anche Triggiani trovava il suo momento con l’ausilio di un retropassaggio avversario errato, mentre per i sammarchesi al 46′, Salerno con un colpo di testa accorciava le distanze.
Tra gli interpellati dei padroni di casa, l’attaccante ventunenne Francesco Viola si rifiutava di colloquiare, massima collaborazione dal resto dei ragazzi e dalla società.
Non si tira indietro il giovanissimo centrocampista (2005) Andrea Grifa e spiega ai microfoni le sue sensazioni, in maniera del tutto spigliata: “Innanzitutto per me è una grande emozione giocare in questa categoria e con personaggi calcistici di questo calibro, sia compagni che avversari, credo che l’accoglienza al San marco non poteva essere migliore. Sono felicissimo di ritrovare alcuni miei compaesani, come Francesco Dragano e Costanzo Cavorsi, siamo cresciuti insieme ed è bello ritrovarci anche in campo. L’ultima gara è stata un po’ tesa verso la fine, all’inizio pressavano alto, il metodo più adottato dal Manfredonia e su cui noi ci siamo preparati durante la settimana. Non ritengo ci siano stati errori evidenti o individuali, semplicemente l’imponente organico degli ospiti a sopraffatto le nostre capacità competitiva del momento e non per questo dobbiamo scoraggiarci. Il mio ruolo? Per me perfetto, ringrazio il mister per lo spazio che mi offre e io di volta in volta dimostro di meritarmelo”. Data la giovane età, è pertinente sapere da lui stesso come poter far accrescere il livello calcistico nelle giovanili territoriali: “Bisogna puntare sui piccoli locali e lanciarli il più possibile in progetti creati dalla stessa società. Capisco anche il sacrificio che bisogna fare dati gli eventi frequenti di svago in questa fascia d’età, ma questo dipende da noi”. Riguardo la famiglia, il centrocampista racconta che i suoi genitori lo seguono sempre e che soprattutto papà Celestino ti fa per lui e che non vuole assolutamente deluderli anche dal punto di vista scolastico.
Costanzo Cavorsi, difensore centrale diciottenne e conterraneo di Grifa, si presenta con più voglia di esprimersi e commenta così: “Il pareggio non solo sarebbe stato benaccetto, ma anche abbastanza meritato. Purtroppo qualcosa non è andata per il verso giusto e qualche errore di troppo poteva essere evitato. Io sono subentrato per sostituire Andrea e seppur per poco spero di aver contribuito nella prestazione. La partita fin da subito è stata difensiva da parte nostra, ma lo spessore dell’avversario lo giustifica. Sul lato personale, posso dire che l’attuale vicinanza avrei dette come Lorenzo Salerno, De Cesare e Colella mi aiuterà a maturare. Dal punto di vista esecutivo, penso che il match sia stato equilibrato e che le varie decisioni prese siano state spesso giuste. Mister Iannaccone ci dice spesso di non mollare e noi faremo così, anche la mia famiglia vuole vedermi vincere, ma è già felice nel sapermi in campo perché sa che lì lo sono anch’io”.
Per il San Marco conclude Francesco Dragano, esterno diciottenne di San Giovanni e lo fa con poche parole, poiché a suo dire “le vere risposte le do in campo”: “Gli avversari si sono mostrati preparati e competitivi, proprio come ce l’aspettavamo. Il mister ha fatto le sue scelte e noi le rispettiamo soprattutto perché, escludendo qualche tensione, abbiamo fatto del nostro meglio. Rivalità tra di noi under? Per nulla, anzi, ci confrontiamo per migliorare ed e soprattutto in dispute così importanti che il gioco di squadra si consolida di più. Nella mia posizione mi sento a mio agio, spero di mostrare le mie qualità”.
I biancocelesti accettano di rilasciare interviste e Giovanni Montrone, difensore centrale barese e uno dei senatori dello spogliatoio, racconta visibilmente soddisfatto: ”Sarei un ipocrita se dicessi che i punti raccolti finora non ci riempiono di orgoglio ed autostima, però ciò non vuol dire che possiamo montarci la testa o sottovalutare l’avversario, qualsiasi esso sia. Sono stati due frazioni di gioco differenti, poiché nella prima parte abbiamo mostrato la nostra capacità offensiva all’insegna dell’incisività e le due traverse e le modalità in cui si sono maturati i gol ne sono testimoni, nel secondo tempo si sono “incattiviti” maggiormente e sono riusciti subito ad accorciare le distanze, però a mio avviso il risultato non poteva essere differente, anzi, alcune azioni avrebbero potuto aumentare il punteggio. Va bene così. C’è il rammarico di collezionare questi trionfi lontano dal Miramare, dove io ho giocato tanti anni fa. La maggior parte di lui c’è andato pochissime volte e sarebbe un peccato continuare a vincere lontano da casa, anche se i tifosi ci seguono sempre e mostrano il loro affetto anche se la maggior parte di noi è di Bari (ride, ndr). A parte gli scherzi, la pazienza e il rispetto mostrato nell’ultimo decennio è invidiabile e spero che quest’anno riusciamo a regalargli la gioia che tanto attendono da anni. Con i “piccoli” c’è tanto dialogo e noi grandi cerchiamo di mantenere un rapporto molto equo, è la miglior cosa essendo un gioco di squadra, loro però devono ascoltarci e li comprendo, alla loro età ero peggio (ride, ndr). Con l’attuale mister ho anche vinto un campionato e ci si auspica che la storia si ripeta, abbiamo una splendida sintonia. La sua presenza ha motivato di più la mia adesione a questo progetto. Ora siamo proiettati sul prossimo incontro, in casa nostra contro il Borgorosso e abbiamo ben chiaro il percorso”.
Per la scorsa sfida di Coppa, vinta 2-0 contro il San Severo (in casa del Donia gara che eccezionalmente si è tenuta a San Ferdinando) Montrone spiega che le ultime tre sfide importanti ravvicinate temporalmente, non hanno inciso in modo evidente sull’animo del team, in quanto è risaputo il duro lavoro necessario per raggiungere determinati risultati. Allora, buon lavoro!
Michela Rinaldi