ESCLUSIVA – Il Lecce ancora padrone del suo destino

546

di Danilo Sandalo

“You can immagine the opposite” letteralmente significa “Tu puoi immaginare il contrario”.
Questa frase ha una carica e una potenza inimmaginabile tanto da essere stata usata come slogan
presso il “Salone del Mobile” di Milano e, una volta terminato l’ evento, non sarà lasciata nel dimenticatoio, ma sarà installata presso il politecnico del capoluogo lombardo.
L’ essenza di questa frase sta ad indicare che si può e si deve immaginare il contrario e così facendo si può invertire la rotta. Insomma per farla breve oltre che ad essere di buon auspicio, ci comunica direttamente che possiamo essere autori del nostro destino e, perchè no, anche di uno collettivo.
Come ci ha insegnato Carl Gustav Jung, parlandoci della sincronicità, nulla succede per caso e, probabilmente, non sarà casuale neanche il fatto che proprio in una settimana così importante per la città meneghina, il Lecce di Marco Baroni e del presidente Saverio Sticchi Damiani si trovi a giocare proprio a Milano contro il Milan di Stefano Pioli, fresco semifinalista in Champions League.
Una partita che forse arriva nel momento più delicato della stagione dei giallorossi, quello in cui ci si prepara per la volata finale, ma che si sta rivelando particolarmente turbolento.
Nelle ultime settimane, vista la carenza di risultati, l’ ottimismo ambientale che si nutriva intorno alla squadra a inizio stagione è venuto un pò meno, fino ad arrivare alla contestazione “civile” ed ironica avvenuta la scorsa settimana in seguito al pareggio ottenuto contro la Sampdoria, ultima in classifica.
Sicuramente un risultato che ha lasciato per l’ ennesima volta l’ amaro in bocca ai tifosi che, come nel loro DNA, vorrebbero vedere sempre vincere la loro squadra del cuore a maggior ragione se gioca contro il fanalino di coda della categoria e se la vittoria manca da ben sei turni.
Purtroppo il risultato decretato dal campo, come tutti sappiamo, non è coinciso con quello sperato alla vigilia, ma non tutto è da buttare proprio perchè, dopo sei giornate in cui sono arrivate altrettante sconfitte, è finalmente arrivato un punto che è servito a spezzare la serie negativa e magari può essere visto come il primo passo verso un’ inversione di rotta.
Allo stato attuale il Lecce ha 28 punti in classifica con un vantaggio di ben 5 punti sul Verona
terz’ ultimo.
Un bottino niente male per una squadra che arriva dalla cadetteria e che è stata costruita per salvarsi.
In queste ultime otto giornate i giallorossi affronteranno Milan, Juventus, Lazio e Monza in trasferta, mentre in casa riceveranno Udinese, Verona, Spezia e Bologna, quindi è proprio tra le mura amiche che bisogna costruire e centrare la salvezza.
Se a tutto ciò ci si aggiunge che di queste quattro partite casalinghe, due sono contro dirette concorrenti, Verona e Spezia, allora bisogna necessariamente remare tutti verso quella direzione e lasciare da parte i rancori e i malumori che, oltre a danneggiare ulteriormente l’ ambiente, non produrrebbero sicuramente nulla di buono.
Il Lecce in casa deve pertanto cercare di fare il massimo, puntando a centrare la vittoria in primis negli scontri diretti con Verona e Spezia.
Un impresa difficile, ma non impossibile e sicuramente alla portata dei giallorossi, che ad oggi sono ancora padroni del proprio destino.
Ma per farlo ci vorrà il sostegno di tutto l’ ambiente ed il territorio, perchè la categoria attuale è un bene troppo importante per il Salento intero, ed una Terra come questa è da considerarsi, appunto, di Serie A!
Quindi bisogna restare tutti uniti, così come affermato dal Presidente Saverio Sticchi Damiani durante la conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi, per raggiungere l’ obiettivo prefissato, perchè è nell’ interesse di tutti, nessuno escluso.
Bisogna ripartire tutti compatti tenendo presente che “Itaca non è lontana, Itaca è nella nostra testa”, senza dimenticare che “YOU CAN IMMAGINE THE OPPOSITE”, ossia che ognuno di noi può immaginare e creare un qualcosa opposto a quello che sta accadendo divenendo artefice non solo del proprio destino ma anche di un sogno e una gioia collettiva.