ESCLUSIVA: Bari, Garzya: “Il Bari dev’essere protagonista. De Laurentiis imprenditori seri e su Caprile e Cheddira…”

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116 presenze con il Bari tra il 1996 ed il 2000. Per lui i gradi da capitano della squadra allenata da Eugenio Fascetti che, a cavallo del nuovo millennio, era cliente abituale del salotto buono della Serie A. Stiamo parlando, ovviamente, del grande Gigi Garzya che abbiamo sentito in esclusiva ai microfoni di calciowebpuglia.it in vista della sfida tra Cremonese e Bari. Con l’ex difensore biancorosso (ed ex anche della Cremonese) abbiamo analizzato il momento in casa Bari con una riflessione sulla situazione che più tiene banco in città in questo periodo ossia la multiproprietà con i De Laurentiis proprietari di Napoli e Bari.

Garzya nei giorni scorsi è venuto a mancare un personaggio importante per la tua carriera e per il calcio italiano come Carletto Mazzone. Che ricordo hai di uno dei personaggi più vulcanici della storia degli allenatori italiani?

“Sono dei ricordi indelebili in quanto è stato una persona importante nella mia vita calcistica visto che con lui ho iniziato a giocare in Serie A e lui ha creduto fortemente in me e ho avuto la fortuna di riaverlo a Roma. Era una persona simpaticissima, molto sanguigna che sentiva tanto la partita. Era un allenatore che molti pensavano fosse un allenatore all’antica ed invece era, secondo me, uno all’avanguardia di quelli che faceva giocare bene le squadre. Uno degli allenatori più importanti del calcio italiano”.

Venendo alla tua esperienza in biancorosso sei diventato capitano del Bari da salentino. Come hai vissuto questa situazione in due piazze cosi “rivali” come Bari e Lecce?

“La gente ha apprezzato in me la professionalità. Se uno va a fare il proprio mestiere nel migliore dei modi e dando il massimo possibile credo che sia una cosa importante. I tifosi del Bari hanno apprezzato questo al di là che venissi da Lecce e della carta d’identità hanno apprezzato il mio lavoro”

Veniamo alla più stretta attualità: il Bari lo scorso anno ha fatto un campionato strepitoso finendo a pochissimo dalla Serie A e quest’anno ci si aspetta molto dalla squadra biancorossa. Dove può arrivare secondo te il Galletto?

La Serie B è sempre dura ed una squadra ed una società come Bari deve sempre ambire ad arrivare in alto anche ci sono diverse squadre che a mio avviso sulla carta sono più forti. Anche lo scorso anno era cosi ma il Bari è arrivato a trenta secondi dalla Serie A. Bisogna sicuramente aspettare e vedere come si evolve il mercato e capire i colpi che farà il Bari. C’è stata questa tegola dell’infortunio di Menez che comunque è stato preso come un giocatore importante e purtroppo verrà a mancare per diverso tempo. Con un buon mercato il Bari può e dev’essere protagonista di questa Serie B e non può fare la comparsa. Il rischio con un campionato anonimo è che si perda quell’entusiasmo che si è costruito lo scorso anno e questo non se lo possono permettere.

Il Bari ripartirà per la terza stagione consecutiva da Michele Mignani in panchina. Giusto confermare il tecnico genovese?

L’allenatore conosce molto bene la squadra ed ambiente e credo sia giusto dare continuità.

Tema ricorrente in città in questo periodo è la multiproprietà con chi sostiene ancora la gestione De Laurentiis e chi invece vorrebbe un nuovo ciclo anche considerando le ultime operazioni di mercato Caprile e Cheddira che a molti hanno fatto storcere un pò il naso. Tu sei ancora fiducioso?

Sulle due cessioni bisogna dire che dopo un campionato fatto come quello di Caprile e Cheddira è normale che sti ragazzi aspirino a qualcos’altro e al di là del Napoli penso che comunque sarebbero andati via perchè avrebbero avuto mercato. Il sogno di qualsiasi giocatore è quello di giocare un giorno in Serie A e loro hanno avuto la possibilità. Sui De Laurentiis dico che Bari è una squadra fortunata ad avere una società sana cosa non da sottovalutare vedendo anche cosa sta succedendo alla Reggina. Hanno dimostrato di essere una società seria ed una società che paga regolarmente e non crea problemi ed anche a livello imprenditoriale parliamo di gente che lo scorso anno ha vinto lo scudetto con il Napoli. Anche considerando le precedenti gestioni in casa Bari dico che si sa chi si lascia e non si sa chi si trova.

In chiusura ti chiedo, da grande difensore quale sei stato, un tuo giudizio su un “giovincello” come Valerio Di Cesare che a 40 anni suonati è ancora li a guidare la difesa biancorossa.

Sicuramente può far parte della rosa e può dare una grande mano a livello di spogliatoio e non solo in campo. Bisogna allestire però una squadra che può contare su diverse alternative e mi aspetto dal mercato qualche colpo anche in difesa.

ANTONIO GENCHI