Il TORO che ci piace, le vittorie che restano nella memoria.

Il 2 a 3 al “Vito Curlo” di Fasano ha il sapore del “deja vu”. Era il 12 gennaio 2020. A distanza di quasi 4 anni la storia di è ripetuta, con, nota di colore,  Giacomo Mengoli, capitano dalle oltre cento presenze in Granata, allora autore di uno splendido gol, che siede in panchina tra i biancoazzurri. Ma la sportività e l’amicizia vengono prima e allora è una sequela di abbracci con dirigenti e freschi ex compagni di squadra.  Ma conta la sostanza, che si materializza in una gioia incontenibile quado si va a vincere fuori, in casa di rivali, sportivamente parlando, storici. Quella sostanza si porta dietro bel gioco e divertimento. I primi venti minuti sono da spunto ai programmatori della play station per  bellezza e pragmaticità.

Due gol, palo, parate del portiere avversario e tanto altro. La magnificenza della seconda marcatura è incastonata nelle immagini perché lo “scripta” pur “manent” potrebbe non rendere la giusta grazia. Chiaramente non esistono partite che per tutta la durata vengono interpretate  a ritmi vertiginosi, fa parte ancora (meno male) della distanza che esiste fra l’uomo e i robot. Ecco che la squadra preferisce gestire senza affanni la chiusura della prima frazione sul doppio vantaggio, situazione che si porta dietro sicurezza e autostima. Ma la bellezza del calcio è sintetizzata in una frase molto semplice e scontata. Conta il punteggio al triplice fischio finale. Prima può accadere di tutto.

La storia insegna che si sono perse finali di Champions anche nei minuti di recupero. Succede che la prima disattenzione fa accorciare le distanze e fa salire in cattedra paure per ciò che non ti aspetti, paura che diventa realtà su un gol annullato dal direttore di gara, direttamente da calcio d’angolo, le cui recriminazioni si stanno propinando in tutte le salse, salvo poi dimenticarsi che la marcatura del 2 a 3 é viziata da un clamoroso tocco di mano, ineccepibile tanto quanto stranamente mai citato e spinto nell’oblio. Il terzo gol di Russo, ancora un under a segno, è un dipinto su tela di D’Anna, il cui assist vale il prezzo del biglietto. La terza vittoria fuori casa, dopo Altamura e Angri, porta in dote la crescita continua della squadra e i rimpianti dei punti persi in casa con Manfredonia e Paganese, tralasciando il balbettante inizio di torneo.

L’Altamura fa da lepre e il Casarano non molla, il Martina c’è. E’ un torneo tutto da gustare. Ma il TORO è lì e fa divertire. E ieri, pur fra grandine mista neve, fra vento e pioggia è echeggiato alto nel cielo della Valle d’Itria il canto e la gioia degli indomiti tifosi Granata, “non plus ultra (nomen omen?)” di una ardente passione che scalda, più di tutto, i cuori. Ora ci attende la Gelbison. E’ un sacrificio essere in massa allo stadio? Crediamo di no, lo dicono i fatti, lo merita questa splendida squadra.

Fonte: official page

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