Addio a Totò Schillaci, il “picciotto” che per un’estate rese l’Italia un paese migliore

di Danilo Sandalo

“Entra e fai gol, Totò” sono le parole pronunciate dall’ ex CT della Nazionale Italiana, Azeglio Vicini, a Totò Schillaci al 75′ minuto del secondo tempo durante la partita inaugurale degli azzurri contro l’ Austria al mondiale italiano del 1990 che si giocava allo “Stadio Olimpico” di Roma.
Un monito che forse, più che una speranza o un augurio, per lo scugnizzo siciliano sembrò quasi come una responsabilità, verso un’ intera nazione, e un segno di riconoscenza nei confronti dell’ allenatore che aveva creduto in lui convocandolo per la manifestazione iridata con ogni probabilità la più importante della storia azzurra.
Tant’è che Totò prese alla lettera quelle parole e dopo appena 4′ minuti di testa realizzò il gol che diede il vantaggio alla nostra Nazionale e che risultò decisivo per battere gli austriaci e far sognare un’ intera nazione.

ICONA – Quell’ estate il nome di Totò comincia a impazzare, è sulla bocca di tutti, chiunque parla di questo ragazzo di Palermo che, quasi senza volerlo, si ritrova a vivere un sogno e di conseguenza sta facendo sognare un’ intera nazione, un intero popolo che si rivede in Lui e nella sua voglia di riscatto.
La conferma che fosse un predestinato e che si trattasse di un’ estate nata nel suo segno la si ebbe definitivamente il 19 giugno, nella terza partita del girone, contro la Cecoslovacchia.
Il risultato fu di 2-0 per gli azzurri con le reti di Roberto Baggio e Totò Schillaci che entravano prepotentemente nel firmamento del cielo stellato delle notti magiche
.
Totò non si ferma più e fa gol all’ Uruguay agli ottavi di finale, nel 2-0 che sancì il passaggio del turno, e all’ Eire nei quarti, siglando il gol partita per l’ 1-0 finale.
L’ Italia è in semifinale e il Paese in preda a un delirio collettivo, il sogno può diventare realtà ma il 3 luglio c’è da affrontare l’ ostacolo Maradona nel “suo” stadio, il “San Paolo” di Napoli.
Totò non sente il peso del confronto con il Pibe de Oro, probabilmente perchè lo ignora (ovviamente non per mancanza di rispetto o arroganza) del tutto non prendendolo in considerazione, ma concentrandosi solo su un obiettivo: fare gol.
E il gol arriva con una puntualità quasi svizzera al 17′ minuto del primo tempo portando l’ Italia in vantaggio nella supersfida contro i sudamericani.
Purtroppo nel secondo tempo, un’ uscita poco fortunata di Walter Zenga, consentirà a Caniggia di pareggiare (68′ minuto) e portare la gara ai rigori dove l’ albiceleste avrà la meglio spezzando il sogno di un’ intera nazione.

CAPOCANNONIERE ASSOLUTO DI ITALIA 90 – Nonostante la delusione per la sconfitta arrivata ai calci di rigore contro gli argentini guidati da Diego Armando Maradona, in uno stadio non proprio amichevole per gli azzurri, la voglia di Totò di continuare a far gol e non fermarsi affatto è sempre la stessa.
Il 7 luglio si gioca al “San Nicola” di Bari la finale per il 3° posto tra Italia ed Inghilterra e all’ 86′ minuto, sul risultato di 1-1 (gol di Baggio al 72′ e Platt all’ 82′), l’ Italia usufruisce di un calcio di rigore: sul dischetto si presenta Totò Schillaci che batte Shilton e diventa capocannoniere assoluto del mondiale italiano con 6 gol, gli stessi che nel 1982 avevano consegnato lo stesso riconoscimento a Paolo Rossi, con l’ unica eccezione che in quell’ occasione l’ attaccante azzurro riuscì a far divenire l’ Italia Campione del Mondo.

LA MALATTIA – Totò Schillaci se n’è andato oggi all’ Ospedale Civile di Palermo, dov’ era ricoverato dallo scorso 7 settembre.
Negli ultimi due anni aveva lottato contro una grave malattia, un tumore al colon, che credeva di aver sconfitto ma che invece si è ripresentato non lasciando scampo all’ ex bomber azzurro.
Nato a Palermo il 1 dicembre del 1964 ci lascia all’ età di 59 anni dopo aver militato nel Messina, squadra che lo acquistò nel 1982 e con cui giocò dalla Serie C2 fino alla Serie B, siglando 77 reti che gli consentirono di passare alla Juventus nel 1989, con cui vinse una Coppa Italia e una Coppa Uefa e con cui riuscì ad essere convocato in Nazionale per il mondiale del 1990.
Nel 1992 passò all’ Inter dove rimase per due anni prima di approdare alla squadra giapponese dello Jubilo Iwata dove in 86 gare realizzò ben 58 reti.

IL RICORDO – Con la scomparsa di Totò Schillaci è come se sia finita per sempre un’ epoca in cui era possibile sognare, un tempo dove l’ impossibile poteva divenire possibile, in cui i sogni diventavano collettivi e ci si lasciava andare a situazioni che creavano ondate di gioia che contaminavano chiunque creando felicità e benessere, ma anche gioia, fratellanza e uguaglianza nello stare insieme e riconoscendosi simili pur nelle proprie diversità, proliferando bellezza in quantità elevate a tal punto da poter essere osservati dal mondo intero e, permettetemi un eccesso, di poterla anche esportare essendo presi come modello da imitare.
Non dimenticheremo mai i tuoi occhi “spiritati” di chi incredulo di ciò che stava accadendo in quel mondiale del 1990 gioiva come un ragazzino e portava avanti la sua impresa nel nome di tutti.
Grazie Totò per i bei momenti di felicità che ci hai regalato e per quell’ estate indimenticabile che ci hai fatto vivere, noi italiani ti siamo e ti saremo riconoscenti a vita(soprattutto in questi periodi bui e pieni di volgarità dove i sogni vengono repressi) per averci fatto sognare e guardare il mondo con lo sguardo ingenuo dei tuoi occhi, pieno di sogni e speranze, quelle di cui oggi siamo già tutti un pò più orfani.
Ciao Totò!

Totò Schillaci a Italia 90


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