Seedorf è stato davvero un grande amico. Lui e sua moglie hanno organizzato una cena per gli amici più intimi e mi hanno invitato. Sai, quel tipo ha uno stile che spacca. Immagina la cena di Natale a casa sua. Una raffinatezza da paura. Era tutto bellissimo e buono, ma la verità è che volevo essere a Rio de Janeiro.
Non sono rimasto molto tempo. Mi sono scusato, li ho salutati velocemente e sono tornato al mio appartamento. Poi ho chiamato a casa. “Ciao mamma. Buon Natale,” ho detto. “Figlio mio! Mi manchi tantissimo. Buon Natale anche a te. Ci sono tutti qui, manchi solo tu,” ha risposto lei.
Si sentivano le risate in sottofondo. La musica da ballo che le mie zie mettono per ricordare i tempi in cui erano ragazze era a tutto volume. Cosa? Quelle lì ballano come se fossero ancora in discoteca. Anche mia madre, sempre uguale. Bastava sentire tutto quello rumore al telefono e mi sembrava di vederli lì davanti a me. Cavolo, mi sono messo a piangere subito.
“Tutto bene, figlio mio?” mi ha chiesto mia madre. “Sì, sì. Sono appena tornato dalla casa di un amico,” le ho detto. “Ah, allora hai già cenato? Qui la mamma sta ancora sistemando la tavola,” ha risposto, “ci saranno anche delle pasteis oggi.” Cavolo, quello era un colpo basso. Le pasteis della nonna sono le migliori al mondo. Mi sono messo a piangere sul serio. Di brutto.
Ho pure cominciato a singhiozzare. “Va bene, mamma. Goditela, allora. Buona cena a tutti. Non ti preoccupare, qui è tutto a posto.”
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