Lo slovacco oggi sfida la squadra del cuore con lo Slovan: “Avrei preferito giocare una gara così speciale a Milano ma sarà emozionante anche davanti ai nostri tifosi”
Ha recuperato in tempo da un infortunio al ginocchio per la partita… del cuore. Anzi, contro la squadra del suo cuore. Juraj Kucka oggi pomeriggio sfiderà il Milan e, da ex rossonero che fin da bambino tifava per il Diavolo, realizzerà un altro sogno di una carriera quasi arrivata al capolinea, ma che spera gli riservi altre gioie. Come per esempio la partita di addio al calcio a San Siro. Kucka, poche ore e la sua incontenibile felicità al momento del sorteggio della Champions sarà realtà: sfiderà finalmente il Milan… “Quella corsa, con le lacrime agli occhi mentre con i miei compagni guardavamo il sorteggio, mi è venuta spontanea. So che sui social la scena è diventata virale, ma che ci posso fare: è stata un’esplosione di felicità. Mi sarebbe piaciuto tanto giocare a San Siro, ma sarà bellissimo anche qui, davanti ai nostri tifosi”.
Cosa vuol dire per lei ritrovare il Milan?
“Una grande soddisfazione. Il Milan è la squadra per la quale tifavo da bambino. Mi sono innamorato quando vinceva tutto e aveva grandi campioni e da allora mi è rimasta nel cuore”.
Chi erano i suoi idoli?
“Tutti, ma in particolar modo ammiravo Gullit e Van Basten. Fantastici”.
Arrivato in Italia, l’ha sfidato con la maglia del Genoa. Poi un giorno…
“Pensavo che sarei andato in Turchia e la trattativa era già a buon punto, ma fui avvertito che c’era l’interessamento anche del Milan. Pensai a uno scherzo o a un modo per alzare il prezzo del mio cartellino da parte del Genoa e invece, una manciata di minuti dopo, ecco la chiamata di Galliani. Non avevo neppure il suo numero ma risposi… Quello è stato l’inizio del sogno”.
Cosa ricorda di quelle due stagioni rossonere?
“Il primo giorno a Milanello, i primi passi in un centro sportivo dove si respira la storia e dove si sono allenati grandi campioni che hanno vinto tutto quello che c’era da vincere. Per un tifoso del Milan come me era un vero sogno essere lì”.
Ha iniziato con la maglia numero 27. Perché?
“La 33 era di Alex che però è andato via e ho preso la 33 che indosso anche ora. Non era importante il numero: l’importante era portare addosso quella maglia rossonera”.
Chi l’ha aiutata di più all’inizio?
“Conoscevo Antonelli, con il quale sono stato quattro anni al Genoa, ma in generale sono stato accolto alla grande da tutti. L’unico rimasto di quel gruppo adesso è Davide Calabria, il capitano, ma con diversi di quei ragazzi sono rimasto in contatto. Anche con Gigio Donnarumma, un vero fenomeno: mai visto alla sua età un ragazzo che fa quelle parate in allenamento. Io sono nato il 26 febbraio (compirà 38 anni tra tre mesi, ndr), mentre lui il giorno prima (del 1999, ndr). Ci ritrovavamo a festeggiare insieme nello spogliatoio, a portare da bere e i dolci per i compagni”.
Tra gli allenatori che ha avuto c’è stato anche il compianto Mihajlovic.
“Sono arrivato quando c’era lui. Ricordo un grande uomo e un tecnico che sapeva motivarti sempre. E poi… che piede sinistro! Mai visto uno che calciava così in allenamento. Noi avevamo le scarpe con i tacchetti, lui quelle da calcetto, ma quando tirava le punizioni per allenare Gigio, non sbagliava quasi mai”.
Di gol lei invece ne ha segnati pochi, senza festeggiarli con la capriola volante che aveva mostrato al Genoa.
(Ride) “Mi avevano sconsigliato quell’esultanza perché non era più tanto giovane… In effetti ho segnato poco al Milan, ma è stato bello comunque”.
Se stasera segnerà, esulterà?
“No, assolutamente no. Ho troppo rispetto per il Milan”.
Di San Siro cosa ricorda?
“Stadio incredibile, uno dei più belli al mondo. E’ stato un onore giocare lì”.
La partita più bella in rossonero?
“La finale di Supercoppa italiana vinta a Doha contro la Juventus, con il rigore della serie finale parato da Donnarumma a Dybala. Una gioia incredibile”.
Quella che vorrebbe rigiocare?
“La finale di Coppa Italia del 2015-16 persa contro la Juventus: resistemmo fino ai tempi supplementari quando Morata segnò la rete della vittoria a dieci minuti dalla fine”.
Meno male che Morata oggi pomeriggio non ci sarà perché squalificato?
“Meglio così, ma il Milan di giocatori forti ne ha tanti. Ci vorrebbe un miracolo per fermarlo, ma noi ci proveremo comunque”.
“Durissima, come o forse di più di tutte le altre che abbiamo finora disputato. Contro il Manchester City qui in casa abbiamo perso 4-0, ma è stata una soddisfazione per noi sfidare la squadra che ha vinto la Champions due stagioni fa. Abbiamo dato il massimo, ma non è bastato. Adesso ci proveremo contro il Milan”.
Perché secondo lei finora il Milan ha avuto così tanti alti e bassi?
“Da fuori è difficile dare giudizi. Dopo aver vinto a Madrid non mi aspettavano che pareggiassero 3-3 a Cagliari, ma il campionato italiano è difficile e non c’è niente di scontato, soprattutto se vai a giocare in un campo complicato come quello di Cagliari dopo aver fatto un’impresa al Bernabeu: la testa e le gambe possono non rispondere al 100%”.
In quei due anni di Milan non ha conosciuto Ibrahimovic che stasera si troverà di fronte da dirigente.
“L’ho sfidato da avversario ed è stato un grande giocatore oltre che un grande uomo. Adesso non so come lavora, ma può dare tanto ai ragazzi perché è un vincente e sa cosa è necessario fare per alzare trofei”.
Quale sarà il futuro di Kucka? Ha già pensato se a fine stagione continuerà a giocare oppure…
“Ho ancora voglia di giocare, ma il contratto scade a fine stagione. Vediamo se mi offrono un altro anno: sinceramente non ho ancora pensato a cosa fare. Sono pronto per qualsiasi soluzione. Adesso che ho risolto il problema al menisco con l’operazione, ho solo voglia di giocare e di dare il mio contributo alla squadra. Sul resto, mi concentrerò tra qualche mese”.
Sogna una partita d’addio al calcio giocata a San Siro?
“Ho bei ricordi per ogni squadra italiana perché tutte mi hanno fatto conoscere il calcio vero, quello che sognavo da bambino. Il Milan però è il Milan, la squadra del mio cuore, quella che mi è rimasta dentro, e poi San Siro è speciale. Chiudere lì, sarebbe bello”.
Cosa dirà oggi pomeriggio ai suoi compagni prima di scendere in campo?
“Godetevi questo momento e date il massimo. Occasioni come questa non capitano tutti i giorni”.
E magari riuscirete a fare un’impresa…
“Il Milan è di un’altra categoria, ma noi qua in Slovacchia siamo al top e siamo cresciuti molto negli ultimi due anni. Non siamo ancora a livello della Champions, ma giochiamo con il cuore e, anche se abbiamo perso le prime quattro partite, non vogliamo chiudere con zero punti. Lotteremo anche contro il Milan”.
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