Milan, chi è Alex Jimenez: il rapporto con Theo e il riscatto del Real

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Spagnolo, 19 anni, molto amico di Hernandez, contro il Genoa non lo ha fatto rimpiangere. I rossoneri ci credono, l’hanno riscattato per 5 milioni, ma sul contratto c’è il controriscatto nelle prossime due estati

Lorenzo Cascini

Alla prima da titolare alla Scala si è presentato con personalità e spalle larghe, due biglietti da visita che lo accompagnano da sempre. Alex Jimenez contro il Genoa ha sostituito Theo giocando con la tranquillità di un veterano, facendo su e giù sulla fascia di San Siro con la naturalezza di chi lo fa da dieci anni. E invece era la prima dall’ inizio in Serie A, ma non se ne è accorto nessuno. Altri fattori chiave sono stati tempo e pazienza. Jimenez, infatti, ha saputo aspettare il suo momento, stando dietro le quinte e brillando con il Milan Futuro, in attesa di un’occasione con i grandi. Poi domenica sera ha fatto vedere di essere in grado di poter recitare da protagonista, strappando applausi e consensi. E in una sera buia e grigia, è riuscito a prendersi il premio della critica come migliore in campo. Assist, sgroppate, tanta concentrazione e pochissimi errori. Promosso a pieni voti. 

fuori categoria e theo

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Chi lo vede ogni giorno in allenamento assicura che con la Serie C non ha nulla a che vedere. Fuori categoria. Alla prima stagionale, in Coppa Italia con il Lecco, aveva infilato due ganci mancini… poi a novembre ha fatto due gol alla Theo. Il primo, contro il Pontedera partendo da sinistra e calciando all’incrocio sul secondo palo, poi la settimana successiva ha punto l’Arezzo partendo dalla sua metà campo: prende palla in difesa, si fa 60 metri palla al piede, ne salta tre e imbuca all’angolino. Con tanto di esultanza rabbiosa. Della serie: provate a fermarmi. Sul polpaccio si è tatuato un motto da rileggere ogni giorno. “Perdi solo se smetti di provarci”. Lui va avanti con pazienza e determinazione e tiene botta. Chi lo conosce lo paragona a Theo da quando è sbarcato a Milanello. Tecnica, forza fisica e questa propensione offensiva all’assist e al gol. Tutti e due possono sembrare un po’ spavaldi e hanno lo stesso modo di scendere sulla fascia. Ovviamente uno resta il titolare della cattedra, l’altro un assistente che lo guarda con occhi sognanti e cerca di assorbire come una spugna. Ma che allo stesso tempo dimostra di saperci stare su quella fascia, senza paura. Theo in spogliatoio lo ha preso sotto la sua ala, in primis perché parlava spagnolo, poi il passato al Real e per il ruolo. Spesso si sentono e il francese gli dispensa consigli preziosi. 

pioli, duttilità e real

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Alex, in realtà, aveva già stregato anche Pioli che lo aveva buttato nella mischia lo scorso anno tra campionato e Coppa Italia. Pure lì, aveva ben figurato. Una buona prova con il Cagliari – con tanto di assist a Chaka Traoré – due buoni spezzoni con Empoli e Napoli. Un’altra cosa per cui sorprende è la duttilità: Pioli in tre occasioni lo ha schierato basso a destra, spesso per necessità, e in una l’ha piazzato per dieci minuti esterno alto per difendere il risultato. Fonseca, invece, l’ha messo a sinistra al posto di Theo. Con il Milan Futuro è capitato anche facesse la mezzala o ancora sull’esterno. Ovviamente le sirene non mancano. Sia dall’Italia che dall’estero. In estate ha scelto di rimanere, convinto anche dalle parole di Ibra, che nella conferenza di presentazione della stagione aveva garantito di puntare su di lui anche per la prima squadra. Il Milan a luglio l’ha riscattato dal Real Madrid per circa 5 milioni, ma i Blancos mantengono un controdiritto esercitabile nel 2025 o nel 2026. Intanto il presente parla rossonero, poi si vedrà. Alex ha saputo aspettare e ha sfruttato il momento giusto e probabilmente anche con il Verona avrà un’occasione. Si dice che la prima sia bella, ma che è dalla seconda che parte davvero il percorso. Ormai il ghiaccio l’ha rotto. Ma prendersi le proprie responsabilità non è mai stato un problema: per il resto, gli basterà buttare uno sguardo sul polpaccio.

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