Il portiere non ha ancora trovato l’accordo col club per avere una certezza per il dopo Sommer, aspettando Martinez
In fondo è tutta una questione di riflessi, come quelli che servono tra i pali. E allora occhio ai riflessi dell’Inter, che quando fiuta nell’aria l’occasione da non farsi sfuggire sceglie benissimo il tempo dell’uscita e anticipa la concorrenza in presa alta: l’occasione del momento si chiama Alex Meret. Ha già vinto uno scudetto, difende la porta del Napoli capolista e ha un contratto in scadenza ballerino quanto basta per guardarsi intorno e ragionare sul futuro. L’Inter osserva alla finestra e fa le sue valutazioni: se ci sarà margine di manovra per tentare l’ennesimo colpo a zero, specialità della casa, da viale della Liberazione non si tireranno indietro. Anche perché mettere le mani sul portiere del Napoli significherebbe allargare il parco tra i pali a un trio che nessun club di Serie A può permettersi di sfoggiare: Meret più Sommer e Martinez. Mica male.
incastri
—Nello specifico, un numero uno di grande esperienza ma pur sempre 36enne – ci siamo quasi, il 17 dicembre Sommer spegnerà le candeline –, un progetto di titolare ancora a corto di minuti come lo spagnolo acquistato dal Genoa la scorsa estate — il debutto può arrivare in Coppa Italia contro l’Udinese — e un titolare fatto e finito quale è Meret. La mossa non solo rafforzerebbe la rosa dei campioni d’Italia, ma consentirebbe anche a Inzaghi di gestire la transizione tra presente e futuro della porta interista senza esporsi a pericolosi rischi di contraccolpi. Perché Meret ha sulle spalle oltre 200 presenze da professionista – spalmate tra Serie A e competizioni internazionali, vedi la Champions – e sei anni ad alto livello con il Napoli (in bacheca, oltre allo scudetto 2023, anche una Coppa Italia). Bagaglio al quale va aggiunta ovviamente la frequentazione della Nazionale: in azzurro il 27enne friulano ha vinto l’Europeo 2021, seppure da terzo alle spalle di Donnarumma e Sirigu. L’eventuale ingaggio di Meret rafforzerebbe l’Inter là dietro, insomma, senza la necessità di smobilitare a tutti i costi: Sommer ha un contratto fino al 2026 e Martinez ha il futuro davanti, soprattutto alla luce dei 13 milioni più bonus investiti dal club nerazzurro qualche mese fa.
Fascino da top club
—L’occasione azzurra, però, è fin troppo invitante perché l’Inter, da sempre attenta a situazioni di questo tipo, la lasci passare senza provare a coglierla. Il momento, poi, offre terreno fertile: Meret e il Napoli discutono da tempo il prolungamento del contratto da circa due milioni a stagione che scadrà il prossimo giugno, ma non hanno ancora trovato la quadra. Le parti in questi mesi si sono confrontate, il dialogo non è mai mancato e la sintesi è stata vicina, ma mai davvero definita: l’idea sarebbe di andare avanti insieme fino al 2027 ma club e giocatore non hanno raggiunto l’intesa sulle cifre. Ed è in questo contesto che l’Inter può inserirsi. Mettendo sul piatto naturalmente tutto il fascino che un club ambizioso e in espansione come quello nerazzurro può esercitare: Inzaghi e i suoi corrono convinti su tutti i fronti, nel mirino hanno messo la doppietta scudetto-Champions, come ricordato da Lautaro e dallo stesso Sommer al Galà del calcio l’altra sera, e a fine stagione proveranno a dare l’assalto al nuovo Mondiale per club in programma negli Stati Uniti. Eccola, la carta per sedurre Meret e portarsi in vantaggio sulla concorrenza (sul portiere cresciuto all’Udinese ci sarebbe anche l’interesse del Manchester United). “Su di me c’erano squadre come Liverpool, Arsenal e Atletico Madrid, e ho ricevuto anche richieste dal Barcellona, ma quando ha chiamato l’Inter non ho avuto dubbi”, ha raccontato di recente Zielinski, uno che il tragitto dal Maradona a San Siro lo ha fatto questa estate, dopo aver vinto insieme a Meret: il polacco è sbarcato ad Appiano da svincolato, dopo il mancato rinnovo con il Napoli, proprio come potrebbe succedere al portiere in caso di fumata nera con il club di De Laurentiis.
storia
—Oltre al fascino dell’Inter, poi, c’è quello della storia che chiama, aspetto che non va affatto sottovalutato. Perché imporsi tra i pali nerazzurri, per un italiano, avrebbe un che di speciale: da vent’anni, ormai, la porta interista è terra di stranieri. Da Julio Cesar, numero uno del Triplete, fino a Sommer, eroe dello scudetto della seconda stella, passando per Handanovic e Onana, la storia recente dei portieri nerazzurri non parla più italiano. L’ingaggio di Meret riporterebbe l’Inter alla tradizione del passato, quella che ha rifornito di grandi numeri uno il serbatoio della Nazionale: Sarti e Bordon, Zenga e Pagliuca, fino a Toldo, ultimo italiano titolare prima del sorpasso di Julio Cesar nel 2005. E il blocco italiano dell’Inter guadagnerebbe un mattone in più: è stato uno dei segreti dello scudetto della stella, irrobustirlo anche tra i pali non sarebbe affatto una cattiva idea.
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