Nel 2003, sempre in Champions ma da giocatore, Simone si rifiutò di giocare esterno contro lo Sparta. Ne nacque una brutta discussione con il Mancio…
Il gran rifiuto si consumò tre gradi sottozero. Il filo che lega Simone Inzaghi allo Sparta Praga ha i colori del Ponte Carlo all’imbrunire e i contorni di una discussione con l’allenatore. ‘Mone torna al Letná Stadion 22 anni dopo un flash a tinte laziali. Il 9 dicembre 2003, in occasione di uno Sparta Praga-Lazio ai gironi di Champions, eluse una richiesta di Mancini. “Oggi devi sacrificarti – gli disse il Mancio, davanti a tutti -, farai l’esterno del 4-3-3. Va bene?”. “No, non va bene. Non ci ho mai giocato, non me la sento”. E giù a discutere.
“gottardi? segna sempre
—Così il Mancio scelse Guerino Gottardi, coltellino svizzero multiuso, salvo poi attaccare Simone pubblicamente dopo la sconfitta per 0-1 a due passi da una Moldava ghiacciata. La punta biancoceleste entrò a una manciata di minuti dal termine e creò un paio di occasioni. Troppo poco: “Sono molto arrabbiato con chi è entrato nella ripresa – sentenziò il Mancio -, chi entra deve dare l’anima. Chi non ce l’ha può farsi da parte”. Simone replicò a pieni polmoni: “Dissento da ciò che ha detto il mister. Non è giusto prendersela con me. Ho sempre dato l’anima per la Lazio”. Si mise in mezzo anche Filippo. “Un grande allenatore non può scaricare le colpe di una sconfitta su un solo giocatore”. Mancini giustificò la scelta di Gottardi sulla fascia facendo leva sui suoi gol in partitella. “A Formello la butta sempre dentro, quindi l’ho schierato”. Gol di Guerino in carriera con la Lazio? Cinque.
sparta fortunato
—La Lazio uscì dalla Champions a causa di quella sconfitta. Il numero 8 dello Sparta era Karel Poborsky, il giustiziere dell’Inter in quel famoso 5 maggio. Più di vent’anni dopo Inzaghi torna a Mala Strana per avvicinarsi agli ottavi con la sua Inter. Il bello è che il granata dello Sparta gli porta anche bene: 4 gol in quattro sfide. La sua seconda vittima preferita dopo il Bologna, punto cinque volte in 11 confronti. Quell’anno, al netto delle stilettate con Mancini, non andò neanche male: 10 reti in 33 partitein tutte le competizioni. Dopo lo screzio giocò mezz’ora contro l’Ancona, ma si fratturò la mano e finì fuori dai giochi. All’epoca si parlò di cessione dovuta allo strappo. Bologna e Udinese bussarono ai cancelli di Formello, mentre il Barcellona di Frank Rijkaard – scrisse la Gazzetta – si affidò a un intermediario. In un universo parallelo Simone è volato al Camp Nou per giocare insiem a Ronaldinho. Il presente l’ha riportato a Praga in una veste nuova e più consapevole. Ora è lui che dirige i giochi.
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