Milan, Bondo e Sottil si presentano: le loro parole in conferenza

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Ibrahimovic presenta i due volti di casa rossonera: “Warren fa cose fondamentali per la squadra, Riccardo porta tanto energia”

Dal nostro inviato Marco Pasotto

Warren Bondo e Riccardo Sottil sono due ragazzi fortunati. Non solo si sono ritrovati al Milan praticamente dall’oggi al domani – e a gennaio è ancora più difficile -, ma sono arrivati proprio quando il mondo rossonero si è trasformato da messa di trigesima in luna park. Ieri sera a San Siro si sono stropicciati gli occhi osservando i loro nuovi compagni schiantare la Roma e il Meazza tornato agli antichi entusiasmi. E probabilmente si sono chiesti come il Diavolo abbia potuto avere così tanti problemi fino a questo momento. Loro sono due dei cinque nuovi arrivati del mercato invernale. Uno da Monza, l’altro da Firenze. L’onestà impone – per il momento – di inserirli tra i riservisti-aspiranti-titolari, e poi chissà. Accanto a loro Ibrahimovic, che li guarda compiaciuto, soprattutto quando Warren e Riccardo lo inseriscono fra i miti del Milan di quando erano ragazzini. “Cercavamo chi giocava già in Italia e capiva il calcio italiano, entrambi hanno già una grande esperienza. Il nostro lavoro ora è farli crescere, ma sono già forti”, li introduce lo svedese.

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Dice Zlatan di lui: “Copre lo spazio, lavora tanto in campo, fa il lavoro sporco a cui non sempre si dà credito, ma per la squadra è fondamentale. È giovane e ha margine per migliorare tante cose”. E Warren si presenta così: “Aspettavo solo questo, il Milan è un grande club. Dovevo essere qui già 4-5 anni fa, ma sono poi rimasto a Nancy, quindi andato al Monza. Ho anche segnato al Milan… – ride il centrocampista -. Quando si è aperta l’opportunità di vestire il rossonero ho detto che avrei considerato solo il Milan, in caso contrario sarei rimasto al Monza. D’altra parte Galliani mi ha detto che se ci fosse stata di mezzo un’altra squadra, non mi avrebbe mai lasciato partire… Il nostro obiettivo è andare in Champions e vincere un trofeo. Per me giocare play o mezzala è facile, non fa differenza, ho già fatto entrambe le cose a Monza. Fisicamente ora sto bene, vediamo contro il Verona. Credo molto in Dio, ritrovarmi al Milan due anni e mezzo dopo essere arrivato in Italia è una bella storia. Nesta mi ha detto che dovrò essere un po’ Gattuso e un po’ Seedorf. Il mister ha fatto molto per me”.

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Ibra lo descrive così: “Porta tanta energia, cerca sempre gli uno contro uno, può giocare a sinistra e a destra, fa gol e assist”. Riccardo sorride e ha gli occhi che brillano. “Grazie alla Fiorentina per avermi aiutato a prendere questo treno, per me è un sogno che si avvera. Sono cresciuto guardando le partite del Milan, avevo un debole per Pato, Ronaldinho, Zlatan non lo cito nemmeno. Era un Milan di fenomeni, è qualcosa che mi porto dietro da quando ero bambino. L’ultimo giorno di mercato è stato lunga, il mio agente mi ha chiamato ma io non avevo risposto, mi ha scritto “Guarda che è urgente”. Quando ho saputo, sono rimasto senza parole. Sono stato con l’ansia tutto il giorno ad aspettare la fumata bianca (arrivata a pochi secondi dalla chiusura ufficiale, ndr). L’aspettativa è quella di vincere sempre. Sono arrivato con l’obiettivo di meritarmi la conferma con questa maglia. Il numero 99 è quello della mia data di nascita. Qui mi ha colpito tutto, l’organizzazione stratosferica, ciò che hai a disposizione dentro e fuori dal campo. So che devo mettermi in competizione e voglio maturare in ogni aspetto. Al mister ho detto che fisicamente sto bene, sono pronto per giocare. Ho ricoperto più ruoli in attacco, in prevalenza esterno sinistro e destro, mi trovo bene su entrambe le fasce, non ho problemi. Leao? Da uno come lui impari tante cose, cerchi di guardarlo e di rubargli le cose migliori”.

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