Orso vuole il suo record di reti in Serie A. Lo svizzero, già a quota otto, elogia il tecnico: “Con lui più libero di cercare la porta”
Uno ha fatto contento il Dall’Ara 7 volte su 8. L’altro santifica anche le trasferte ma sa di doversi riprendere i galloni di (e da) capocannoniere dopo la prova insipida, attorcigliata, al Gewiss Stadium. Questa è la storia delle Ali Designate, roba forte che Vincenzo Italiano è pronto a scatenare per riprendersi i dividendi sbriciolatisi contro la Dea. Dan Ndoye e Riccardo Orsolini sono le frecce titolari: colpire l’Inter e tornare al gol diventa fondamentale. Per la volata-Europa, Champions o no. Il tecnico è deciso, oggi, a mettere loro. Per attaccare al meglio. Perché il turnover, semmai, andrà fatto il 24 quando arriverà l’Empoli per la seconda semifinale di Coppa Italia visto che la prima è stata vinta 3-0. C’è un tempo per tutto. E un posto per tutti: per Ndoye e Orsolini sono riservati i palchetti d’onore.
Più vicino al cuore
—Dan Ndoye è l’uomo del tacco al Napoli: classe in movimento, genialità all’improvviso, forza di crederci e di fare tutto — al meglio — anche senza ragionarci su troppo. Nella storia di quest’anno, lo svizzero ha già segnato otto gol. Otto. E sette di questi, appunto, sono arrivati davanti al Dall’Ara. Un “bello de casa”, direbbero altrove, e qui non c’è dubbio che il ragazzo di Nyon – quello appassionato di Formula Uno e basket – sappia come aiutare la truppa ad agguantare pole-position e tre punti. La sua trasformazione è una cosa clamorosa: perché non banale, perché non ordinaria, perché bastava vedere quanto ci provava — senza riuscirci — l’anno scorso per capire la crescita, l’esplosione, di oggi. La mossa è stata semplice, una mossa by Vincenzo Italiano che ha portato lui e proprio Orsolini a cercare il cuore del campo: non più solo esterni d’attacco ma attaccanti veri, con licenza di prendersi anche le mattonelle di verde che partono dalla linea laterale verso il centro. “Con Thiago Motta — ha spiegato recentemente l’ala svizzera — facevamo un gioco un po’ diverso, noi esterni dovevamo stare molto larghi, quasi sulla linea laterale, per creare spazi per i difensori e i centrocampisti, per costruire il gioco. Stando più lontano dalla porta, chiaramente, hai meno possibilità di segnare, mentre oggi sono più libero di andare verso la rete e anche per questo le mie statistiche sono migliorate. Era quello in cui mancavo, segnare di più, ci ho lavorato molto e adesso sta succedendo. Spero di continuare perché ogni punto conterà da qui alla fine. Italiano? Sa davvero parlare ai giocatori. E sul campo ci ha inculcato il voler portare pressione alta, non aver mai paura: siamo sempre fedeli alla nostra filosofia, sia con le big che con chi lotta per la salvezza”. I gol di Dan Ndoye hanno sempre portato punti e le statistiche raccontano che oltretutto ha realizzato cinque reti nelle ultime quattro davanti al proprio pubblico: l’ultimo calciatore del Bologna capace di andare in gol per 5 incontri casalinghi consecutivi in A è stato Beppe Signori tra gennaio e maggio 1999 (6 in quel caso).
Re Riccardo
—E poi c’è Orsolini, detto anche Re Riccardo perché in fondo il capocannoniere del Bologna è lui: pronto a superare il proprio record, perché quota 11 è un cancello già visto, due stagioni fa. Orsolini è uno di quei giocatori che si accendono quando meno te l’aspetti. Ma quando lo vedi ingolfato per troppo tempo, all’interno di una stessa gara, allora anche lui deve accettare di buon grado il cambio. “Si vede subito quando Orso non è decisivo o concreto — ha detto Italiano dopo lo 0-2 al Gewiss —. Ma quando arriva quel momento, è giusto provare altre carte”. Orso mira la Nazionale e aspetta solo un altro “toc toc”. Ah, di Ndoye si ricorda la rete all’Inter nella Coppa Italia di un anno fa, quando a San Siro Motta si inginocchiò dopo la sua rete. Orsolini ha segnato all’Inter (a Onana) nel febbraio 2023: il copia e incolla, qui, è atteso.
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