Diego Nogales, vice di Raul nelle giovanili del Real: “Era un ragazzino, ma gli bastava un’occhiata e otteneva l’attenzione di tutto lo spogliatoio. Quando giocò con Messi, mi disse: ‘Ce l’ho fatta’”
Sono bastati uno sguardo e una pacca sulla spalla. Sul campo centrale di Valdebebas, quartier generale del Real Madrid, c’è Raul Gonzalez Blanco – in veste di allenatore – che sta cercando il suo più fidato collaboratore con gli occhi. È sicuro di aver avuto la sua stessa sensazione. Non servono parole, si capiscono al volo. Ma il messaggio è chiaro: “Quanto è forte questo ragazzino?”. Si riferiscono a un esile bambino biondo, al primo allenamento da “fuori quota”, che sembra avere però tre o quattro anni meno degli altri. Ha qualità incredibili. Il suo nome è Nico Paz e da quel giorno lo ha imparato anche Raul, che poi sarà il suo principale sponsor con Ancelotti. Così, quindi, è scattata la scintilla. Il racconto è affidato a Diego Nogales, oggi allenatore del Fuenlabrada, club di terza serie spagnola, ma al tempo vice di Raul nelle giovanili del Real. È lui il collaboratore che l’ex leggenda dei Blancos cercava con lo sguardo. “Avete presente il racconto che ha fatto Ancelotti del primo allenamento di Kakà al Milan? Che sembrava uno studente Erasmus e tutte quelle cose lì. Con Nico la storia è veramente molto simile, anzi forse peggio perché sembrava proprio un bambino a vederlo. Ma una volta entrato in campo, apriti cielo. Era clamoroso, non servì molto per capirlo. Al secondo pallone toccato in partitella fece un tunnel di suola all’avversario, cambiando poi gioco dall’altra parte. Dettava già i tempi. Mi fa ridere pensare che la maglietta gli arrivava quasi alle ginocchia”.