Un abbraccio sincero e commovente da parte del “popolo giallorosso” al fisioterapista amico, la cui camera ardente era stata allestita all’interno dello stadio. Tanti i messaggi di cordoglio postati sui sociali e tra questi ne abbiamo scelto uno molto bello e significativo, che racchiude nella sua interezza lo stato d’animo e il pensiero della stragrande maggioranza dei tifosi! Post scritto da Margherita Raheli sulla pagina ” Tifosissimi del Leccem
“Ore 11:00 di oggi 29 aprile 2025.
Giusto il tempo di percorrere in auto i 50 km che mi separano da Lecce ed ero lì, varcavo la soglia della “Maratona”, sapevo di non trovare cori tipici di uno stadio. Perché non si disputava una gara, né nessun altro evento. Tremavo, avvertivo tachicardia e, conoscendomi, sapevo già che alla fine del percorso avrei pianto. Un pianto di rabbia? Un pianto dettato dall’ingiustizia della vita? Un pianto di preoccupazione per dei piccoli ed una moglie che rimarranno orfani di un padre e marito costantemente impegnato, ma follemente innamorato del proprio lavoro? Lacrime di sfogo? Non lo so. Tanto. Tutto. E mentre mi avvicinavo alla camera ardente avevo la sensazione di essere in un luogo di una maestosità infinita; sembrava uno stadio diverso: spalti vuoti, cori assenti, ma a fare da padrone era un immenso, pauroso e assordante silenzio. Neppure il ronzio di un insetto! Il potere del silenzio non smette mai di stupire: è un potente strumento di comunicazione e riflessione.
Per certi versi avvertivo un silenzio vuoto, che nella mia mente diventava più assordante di un concerto, scatenandomi mille domande e mille perché.
Lo stesso silenzio, poi, diventava pieno: mi dava modo di riconoscere che non c’era bisogno d’altro, se non chinare il capo e pregare.
Ho ripercorso con la mente tutto ciò che ho vissuto in questi giorni dal momento in cui si è appresa la notizia; ho rivissuto la rabbia per un uomo violentemente strappato alla vita e ad i suoi affetti; il forte disaccordo con le imposizioni provenienti “dall’alto” delle poltrone; la commozione nel leggere il comunicato stampa U.S. Lecce immediatamente prima della gara di Bergamo.
Ero al Via del Mare. Si, perché Graziano era tornato a casa e il suo borsone era lì, pronto, intatto; sopra un mazzolino di fiori giallo-rossi che indicavano però un’assenza.
Ho fortemente voluto esserci. Era uno di noi; un omone ritratto della salute; un lavoratore vero. Glielo dovevo come ex sportiva, come tifosa, come salentina. Ho pianto, è vero, ma ero felice di avergli reso omaggio e di aver potuto dare l’ultimo saluto ad un grande….ed è stato duro andare via.
Ora rifletto ancora su quel silenzio: un silenzio libero, potente, un silenzio bello, che ha avuto un senso, perché capace di riportare me ed i presenti all’essenza della vita: il rispetto!
Il rumore non cambia le sorti del mondo; il silenzio spesso dice le cose più importanti!
Ripartiamo da sabato prossimo….con te e per te!
Buonanotte, Graziano*.
Mimmo De Gregorio x calciowebpuglia.