SERIE A- Napoli Campione d’ Italia: la Vittoria come metafora di rivalsa della dignità contadina contro l’ Italietta piccolo borghese.

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di Danilo Sandalo

Alle ore 22:37 di giovedì 4 maggio 2023, il Napoli diventa ufficialmente Campione d’ Italia per la terza volta nella sua storia, grazie al pareggio per 1-1 ottenuto al “Dacia Arena” contro l’ Udinese. Vince il Napoli, vince Napoli, ma soprattutto vince il Sud.
Un Meridione spesso maltrattato, denigrato, malvisto, ha sempre trovato la forza e la dignità per tirarsi sù ed andare avanti, rimboccandosi le maniche, trovando nella fede innata, l’ unico motivo di conforto e di ispirazione.
Una terra povera, lasciata e abbandonata al suo destino, troppo spesso depredata e usurpata a causa della sua condizione socioculturale, fatta di analfabetismo sul quale approfittarsene.
In situazioni del genere affidarsi a “Dio” diviene l’ unico mezzo di sopravvivenza e non è un caso se Napoli questo concetto lo ha materializzato letteralmente riconoscendo in Diego Armando Maradona quel “Dio” a cui affidarsi.
Diego è stato l’ Eroe popolare, il Gesù Cristo venuto per redimere il suo popolo, il Gandhi, il Che Guevara e via discorrendo, nel quale identificarsi per cercare quella via di salvezza e di speranza, per dimostrare a tutti che nonostante tutto Napoli esiste e ogni napoletano è orgoglioso di esserlo.
E’ atavico il discorso della differenza e rivalità che intercorre tra Nord e Sud Italia, inutile nasconderlo, nonostante i tentativi di dire che l’ Italia sia una soltanto vadano avanti dal 1861, ma già il fatto di identificare la Nazione in due parti distinte la dice lunga, senza chiamare in causa i tentativi volgari e bellicosi inscenati da qualche partito politico dagli anni novanta in poi.
Discriminazione, invidia e frustrazione che sfociano talvolta, purtroppo, anche in scene di violenza (come fatto dai tifosi dell’ Udinese ieri sera al termine della gara), alle quali nessuno di noi vorrebbe mai assistere, ma purtroppo sono il frutto di questa divisione, che mai e poi mai si è cercato realmente di colmare.

Dalle regioni del nord definiscono gli abitanti del Sud come scansafatiche, di conseguenza come persone socialmente pericolose perchè non abbiamo voglia di lavorare, di fare gli schiavi per il capitalismo e la sua industria produttiva, ma “l’uomo non è nato per lavorare” diceva Carmelo Bene, “ma semmai per lavorare su sè stesso”.
L’uomo è fatto di sentimenti e di passioni e probabilmente, al Sud e a Napoli in particolare, da questo punto di vista si riesce ancora a resistere ed incarnarli andando contro assurde quanto subdole leggi statali e campagne pubblicitarie infamanti fatte da tg, serie tv pessime, ecc ecc., atte a descrivere ad hoc quanto di più falso ci possa essere nel nostro territorio, proprio perchè originale e non ancora omologato e piegato a un modello capitalistico che vuole spremere, schiacciare e, di conseguenza, punire chiunque non si adegui.
Ieri ha vinto la dignità contadina, quella che contrasta “l’ Italietta piccolo borghese, fascista, democristiana”, così come ebbe modo di dire Pier Paolo Pasolini ad Italo Calvino, quella che gioisce e non si piega ai padroni, quella che oggi non ha più un “Dio” al quale chiedere il miracolo, ma che il miracolo lo ha fatto e, chissà, che non si tratti dell ‘inizio di una nuova pagina di storia e di vita per Napoli e per tutto il Meridione.