Gli arbitri della 15ª giornata: a Massa la sfida tra Juventus e Lazio

Si completa il quadro dei direttori di gara dell’ultimo turno prima della sosta per il Mondiale

Sarà Davide Massa ad arbitrare il big match della 15ª giornata tra Juventus e Lazio, in programma domenica alle 20.45, ultimo incontro prima della sosta per il Mondiale. A Daniele Chiffi il derby lombardo tra Atalanta e Inter.

Questi i direttori di gara designati per le sei sfide di domenica:

Atalanta-Inter (ore 12.30): Chiffi di Padova
Verona-Spezia (ore 15): Maresca di Napoli
Monza-Salernitana (ore 15): Giua di Olbia
Roma-Torino (ore 15): Rapuano di Rimini
Milan-Fiorentina (ore 18): Sozza di Seregno
Juventus-Lazio (ore 20.45): Massa di Imperia

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Il Presidente Ghirelli scrive a Casini e Balata per affrontare insieme il tema della Riforma dei campionati

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Caro Lorenzo,

caro Mauro,

incontriamoci. Vi propongo di farlo nella bellissima Città di Firenze, per affrontare insieme il tema della Riforma dei campionati, come da mandato conferitoci nell’ultima riunione del Consiglio federale.

Ci siamo parlati in queste settimane, dobbiamo fare un passo decisivo in avanti. Ci dobbiamo provare e dobbiamo farlo con l’intento di riuscirci, perché lo stato di salute del calcio italiano non è dei migliori.

Fra pochi giorni si apriranno i campionati del mondo in Qatar e, per la seconda volta consecutiva, non scenderanno in campo gli azzurri. Il calcio italiano deve tornare ad essere competitivo, questo deve essere il primo obiettivo. Per riuscirci dobbiamo predisporre un progetto concreto di riforma del sistema calcio, con tempi certi e risorse finanziarie per i settori giovanili. Dobbiamo lavorare a sistema: centri sportivi come infrastrutture materiali di cui dotare i club e formazione dei “maestri”, allenatori, preparatori atletici con competenze diverse da quelle dei tecnici della prima squadra ma egualmente valide. Il Centro Tecnico di Coverciano deve rispondere a questa esigenza. Il progetto è a filiera, a sistema come quello scolastico e va coinvolta naturalmente anche la LND.

In questa direzione, è necessario lavorare fianco a fianco perché, in futuro, i nostri giovani siano protetti e non danneggiati, come è avvenuto in passato con alcune decisioni come quelle inizialmente legate ai benefici fiscali per il “rientro dei cervelli”.

Ogni Lega, poi, dovrebbe programmare un lavoro specifico da attuare in merito alla formazione dei giovani. Dobbiamo capire, in una logica di sistema, come valorizzare il ruolo di ciascuna Lega. Come può farlo, ad esempio, la Serie C? Tra gli elementi da valutare c’è quello delle seconde squadre, che rappresentano un progetto di formazione vincente in Europa e anche in Italia, a partire dalla crescita dei calciatori per la propria nazionale, passando dai vantaggi che ne possono trarre i club, con l’esempio positivo della Juventus che, in questa stagione, sta cominciando a trarne evidenti benefici. Il ritardo italiano nella formazione dei giovani è evidente, e dobbiamo lavorarci subito. Facciamo un esempio: dall’ultimo report CIES si nota come solo l’8,4 per cento dei giocatori di Serie A siano calciatori formati nel settore giovanile del club di appartenenza. La differenza con la Liga spagnola è abissale, dove questi tipi di calciatori sono il 21,7%, ma il nostro ritardo è evidente anche con la Ligue 1, 14,3%, Bundesliga, 13,2%, e Premier League, 13,1%.

Se davvero abbiamo la concreta volontà di fare la riforma dei campionati, ci sono solo due strade:

  1. a) una proposta con uno spettro temporale attuativo di tre/quattro anni in modo che gli interessi di breve periodo dei club attualmente in organico non siano di ostacolo;
  2. b) una proposta da attuare subito, qualora il calcio non potesse aspettare. Allora occorrerebbero subito risorse finanziarie. Faccio un esempio concreto che riguarda la Serie C, per non sfuggire alle responsabilità: si afferma che occorra stabilizzare i numeri per promozioni e retrocessioni. La Serie C si è dichiarata disponibile a discutere una promozione in meno in Serie B. Ma quale condizione consente questa importante rinuncia per i club? Che vi sia un sostanzioso riconoscimento, stabile nel tempo che le assicuri sostenibilità economica. Dove reperire le risorse finanziarie necessarie? In prima battuta dal paracadute che la Serie A versa ai club che retrocedono in Serie B, tra l’altro risolvendo un problema di distorsione competitiva a favore di tali club e di possibili conseguenti ricadute sulla regolarità del campionato di Serie B.

Vi è poi la necessità di rinvenire ulteriori risorse dalla revisione della Legge Melandri. Non c’è in Europa un sistema calcistico così penalizzante come quello italiano per le serie sottostanti da parte di quelle di prima divisione in termini di solidarietà (si pensi ai contributi elargiti in Europa dalle serie maggiori a quelle inferiori durante la pandemia).

La riforma deve essere ispirata ad una cultura altamente di sistema: mission dei campionati, sostenibilità economica, regole alla base e poi, solo come ultimo elemento di discussione, il numero delle squadre.

Chi parte dai numeri non vuole la riforma, questa è la storia degli ultimi sessanta anni. Unica riforma, o meglio autoriforma, è stata quella del 2012 della Serie C che si è ridotta da 90 club a 60 club: non abbiamo risolto nulla. O tagliamo tutti i numeri o il taglio delle squadre della Serie C è “una presa per i fondelli”, utile solo per dire tagliamo ma… non risolviamo nulla. Per capire questo, bisogna focalizzarci sui dati dell’ultimo Report Calcio FIGC: il deficit del calcio italiano è stato pari a circa 1 miliardo la serie A (20 club), 116 milioni la serie B (20 club), 96 milioni la Serie C (60 club). Se tagliamo trenta squadre di serie C, potrà diminuire il passivo totale di circa 40 milioni di euro…sarebbe questa la soluzione al problema del calcio italiano? Ma di che parliamo?

Dopo aver definito la riforma sui tre punti basilari, la Serie C è pronta a discutere sulla riduzione del numero dei club. Logicamente stessa cosa debbono fare la Serie A e la Serie B.

La riforma serve per riaprire un discorso con i ragazzi e le ragazze. Noi abbiamo un problema enorme di deficit economico-finanziario ma, ancor più grave è il rapporto con le nuove generazioni, millennials e generazione Z, le quali ritengono che “il calcio sia solo noia”. Se la situazione è questa, non c’è futuro. Cosa fare?

Non siamo in grado di dare interattività nel gioco, non credo sia possibile ridurre drasticamente i tempi delle partite; abbiamo stadi vecchi e obsoleti, spesso non adatti ad attività multidisciplinari e che non riescono a garantire l’interattività che i giovani vogliono. Cosa resta? Riforme ed emozione per provare l’ingaggio delle nuove generazioni. Dobbiamo avere il coraggio di innovare, cambiare.

Così come dobbiamo avere il coraggio di riformare la Coppa Italia. Questa competizione, oggi, non consente ai club dei diversi campionati di A, B, C e D di competere, se non in misura estremamente ridotta. Non c’è una solidarietà poiché per concorrere alla divisione delle risorse economiche occorre attraversare diversi passaggi di qualificazione.

Abbiamo esempi lampanti di quale tipo di coppa Nazionale funzioni, sia in termini di attrattiva verso il pubblico, sia in termini di solidarietà verso il sistema che di ritorno economico verso il tessuto sociale.

La riforma deve prevedere:

  • formula all’inglese, Davide contro Golia;
  • maggiore e più equa suddivisione delle risorse finanziarie;
  • partita unica giocata nello stadio del club meno forte;
  • organizzazione a carico di FIGC, che deve essere ente garante.

Un punto cruciale per il calcio italiano, ove l’unità ci può dare forza, è quello della rigenerazione degli stadi e dello sviluppo delle infrastrutture sportive. Noi stiamo lavorando sull’idea progettuale dello stadio come nuova centralità urbana, in cui il calcio è l’aggregatore e l’acceleratore di processi di sviluppo (digitalizzazione, transizione ecologica, sistema di trasporti leggeri, territorialità e forti sinergie con altre discipline sportive, ecc). Un progetto concreto che coinvolge i Club, i comuni proprietari degli impianti e gli investitori. Lega Pro svolge il ruolo di “cabina di regia” mettendo a disposizione expertise specifiche nella strutturazione di operazioni di partenariato pubblico privato (PPP) – è questo lo strumento individuato per concretizzare gli investimenti – svolgendo ruolo di collegamento con le istituzioni.

I nuovi stadi devono avere un forte impatto sociale, progetti caratterizzati da elevata sostenibilità ambientale, luogo di aggregazione sociale e di opportunità per le categorie meritevoli di maggiore attenzione come i portatori di disabilità o come i giovani, ospiteranno servizi di interesse pubblico. Gli stadi sono un asse fondamentale della sostenibilità dei club, sono un asset decisivo del Piano industriale, su cui è tornato recentemente il Presidente Gabriele Gravina. Con credibilità, se faremo questo, ci potremo presentare al tavolo del Governo italiano per chiedere interventi nazionali. E’, altresì, un punto necessario e di forza, per la presentazione della candidatura dell’Italia ad ospitare il Campionato Europeo del calcio.

Ci sono altri temi importantissimi, calcio femminile, calcio per disabili, rapporto con la scuola, territorialità ed inclusività su cui discutere e trovare un comune sentire.

Aggiungo il tema degli emolumenti, la cui incidenza si fa più pesante specialmente quando i club retrocedono. I fallimenti chiaramente derivano da governance incapaci, ma il costo degli emolumenti è un problema che dobbiamo e possiamo risolvere, prevedendone ad esempio un taglio obbligatorio in caso di retrocessione, e ipotizzando un ritorno al loro valore iniziale con una nuova promozione entro due anni.

Ultima cosa, le rappresentanze in consiglio federale. Siamo pronti a discutere anche su questo punto, in una piattaforma complessiva. Voglio però aggiungere una cosa per non essere ipocrita.

Caro Lorenzo, noi abbiamo bisogno che la Serie A eserciti la sua necessaria leadership nel calcio italiano, se ne avverte la mancanza. Il tema da porsi è che abbiamo bisogno di una Lega di Serie A unita, capace di capire le esigenze delle altre leghe e di ragionare a sistema. Noi abbiamo bisogno che il calcio italiano torni competitivo in Europa e nel mondo (sopra lo abbiamo ricordato per la nazionale italiana), sai perché? I club di serie A e la lega di A saranno felici e noi contenti, avendo dei vantaggi di gioia sportiva ed anche di risorse.

Incontriamoci, prima ho indicato Firenze, ma possiamo farlo anche a Roma.

Diamoci un calendario di incontri per arrivare ad una proposta da consegnare al più presto al Presidente Gabriele Gravina e da discutere con tutte le altre componenti del calcio italiano, con la disponibilità ovvia di accettare modifiche, cancellazioni, integrazioni.

 

Resto in attesa di vostre, un caro saluto.

 

IL PRESIDENTE             CONSIGLIERE FEDERALE        CONSIGLIERE FEDERALE

Francesco Ghirelli           Alessandro Marino                         Giuseppe Pasini

LEGA PRO

L’imperatore Adriano si sposa. Finisce la sua vita da ribelle? Nel 2015…

Qualche mese aveva annunciato un probabile matrimonio, ed era uscita anche una data, 30 novembre, ma…

La coppia Adriano-Micaela sembra aver anticipato le nozze come testimoniato sui social. L’Imperatore ora è un uomo sposato ma a molti ciò fa strano.

Lui che dichiarò che nel 2015 in un periodo complicato riuscì a spendere 13.000 dollari per una notte di fuoco con una dozzina di escort. Fece scalpore anche la notizia della sua frequentazione con la giovane Ceu Olivera, avente la metà dei suoi anni.

Ma ora sembra tutto passato. Adriano ha messo la testa a posto e lo ha fatto con la giovane parrucchiera brasiliana Micaela Mesquita. Auguri imperatore.

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La Lega Pro a Madrid con il programma ELEVATE della European Leagues

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Madrid, 11 novembre 2022. Continua il lavoro di ELEVATE, esclusivo programma di sviluppo esecutivo per dirigenti e manager dei membri delle leghe europee di calcio raccolte nella “European Leagues”. Dopo la prima tappa di Nyon ed una sessione online, nel terzo appuntamento, a Madrid ospiti de “La Liga”, si è parlato di “Fan engagement”. Per la Lega Pro era presente il segretario generale avvocato Emanuele Paolucci.

Le strategie di coinvolgimento del tifoso, l’esperienza che si cerca di fargli vivere nella giornata del match day e durante la settimana, il fan ed il dopo covid. Questi alcuni degli argomenti trattati nella tre giorni spagnola che ha avuto come relatori, tra gli altri, Miguel Angel Leal Gongora amministratore delegato de “La Liga”, Valerio Gori e Carlos Arranz i direttori marketing dell’Atletico Madrid e del Real Saragozza. I partecipanti di ELEVATE hanno anche avuto l’opportunità di assistere due partite della Liga Rayo Vallecano-Real Madrid e Real Madrid-Cadice.

“Questi tavoli di studio ci permettono di avere un confronto con le realtà delle grandi organizzazioni del calcio europeo e di acquisire nuovi elementi nell’ottica di una crescita della nostra associazione. La Lega Pro è orgogliosa di far parte della “European Leagues” dice il segretario generale Emanuele Paolucci.

LEGA PRO

Skriniar-Inter, fumata bianca a un passo. Si può chiudere a quota 6 milioni

Skriniar-Inter, fumata bianca a un passo. Si può chiudere a quota 6 milioni
Un incontro interlocutorio fra le parti ha avuto luogo prima della gara con il Bologna. L’accordo è vicino, adesso si sta affrontando il discorso dei bonus
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Bertoni, doppio ex in Napoli-Udinese: “Gli azzurri vinceranno lo scudetto”

L’argentino che giocò con Maradona e chiuse la carriera coi friulani: “L’Udinese ha buoni prospetti e un club sano: può puntare all’Europa”

Calzettoni abbassati e quell’ineluttabile sensazione di impotenza che trasmetteva agli avversari, quando aveva la palla tra i piedi. Gli spunti sulla fascia di Daniel Bertoni sono uno dei manifesti di un calcio d’altri tempi, quello del limite dei tre stranieri in A e dell’Argentina sul tetto del mondo. L’Italia ne ha ammirato le gesta, poi l’ha accompagnato verso la fine della carriera. Dopo la Fiorentina, è arrivato a Napoli con Maradona e ha giocato le ultime partite con l’Udinese nel 1987, ritirandosi proprio al termine della stagione in cui gli azzurri vincono il primo scudetto.

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Baschirotto, difensore contadino: "Curo il bestiame e fermo i centravanti"

Baschirotto, difensore e contadino: “Curo il bestiame e fermo le punte”
Il centrale del Lecce e i suoi segreti: “Vado al campo tre ore prima degli altri, con il lavoro compenso il talento che manca. La mia famiglia ha un’azienda agricola, e io aiuto tutti”
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Nardò. Designato il Sig. Paolo Isoardi di Cuneo.

Nardò. Designato il Sig. Paolo Isoardi di Cuneo.

Roma 11 novembre 2022

DESIGNAZIONI ARBITRALI.

Gravina – Nardò. Designato il Sig. Paolo Isoardi di Cuneo.

Collaboratori: Sig. Paolo Cozzuto di Formia e sig. Luca Chianese Napoli.

Tutte le designazioni.

Il curriculum stagionale del Sig. Isoardi.

Fonte: Nardò Official site